Ansia e Problemi Sessuali: Che Legame Esiste?

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Ansia e Problemi Sessuali: Che Legame Esiste?

Esiste una relazione tra ansia e disfunzioni sessuali?  Come affrontare questi disturbi?

Qual è il legame tra ansia e disturbi sessuali? L’ansia, intesa come reazione a situazioni o pensieri percepiti come minacciosi o imprevedibili, è un fattore importante nell’onset delle disfunzioni sessuali. Per esempio, l’ansia connessa alle prestazioni sessuali o ai problemi di relazione, come l’intimità o il rifiuto del partner, è da considerarsi anche come elemento cardine delle condotte di evitamento sessuale, ed in molti soggetti l’intensità dell’ansia legata alla sfera sessuale può addirittura incorrere in attacchi di panico. La causalità della relazione tra ansia e problemi sessuali non appare tuttavia ancora chiara: sebbene alcuni studi testimonino come alti livelli di ansia e stress influenzino il comportamento sessuale, la letteratura suggerisce anche che problemi inerenti alla sfera sessuale siano la causa scatenante della sintomatologia ansiosa. In questo articolo si indagherà per questo il legame tra ansia e problemi sessuali, cercando di comprendere a fondo i meccanismi sottostanti, le possibili traiettorie di tale relazione, come essa si dipana nella vita quotidiana e cosa fare per migliorare tali aspetti che comportano disagio.

ragazzo con problemi di ansia legati alle disfunzioni sessuali si copre il volto con le mani

Ansia e disfunzioni sessuali: qual è la relazione?

Per analizzare il legame tra ansia e sessualità è fondamentale comprendere cosa sono i disturbi d’ansia ed i disturbi della sfera sessuale.

L’ansia e i disturbi d’ansia sono condizioni molto comuni, descrivibili come una sensazione di apprensione e paura che si manifesta con sintomi fisici, psicologici e cognitivi. Quando viviamo una situazione stressante o percepita come pericolosa, entra in gioco un meccanismo di “lotta o fuga” per poter far fronte alla minaccia immediata. Questa risposta induce uno stato d’ansia ed è dovuta all’attivazione del nostro sistema nervoso simpatico; è quindi un modo inconscio in cui il nostro cervello aiuta a proteggerci: tale meccanismo automatico include cambiamenti nel nostro corpo tra cui una frequenza cardiaca più rapida e una respirazione più profonda, che può aiutarci ad affrontare la minaccia o superare il pericolo. In situazioni di stress o pericolo, tali reazioni sono considerate normali, tuttavia quando i livelli di ansia si acutizzano questa influisce significativamente sulla normale attività quotidiana, causando disagio e compromettendo la qualità di vita. Tra le reazioni fisiologiche possibili vi è anche l’inibizione di alcune funzioni corporee che non sono strettamente necessarie per fronteggiare il pericolo, come la digestione o i comportamenti sessuali.

Numerosi studi hanno infatti evidenziato come l’ansia riveste un ruolo estremamente rilevante nella patogenesi e nel mantenimento delle disfunzioni sessuali.

Per disfunzioni sessuali si intendono quelle condizioni in cui viene inficiata la capacità soggettiva di vivere rapporti sessuali soddisfacenti, sia per gli uomini che per le donne. Basson e colleghi suggeriscono come in questi casi le risposte della nostra mente e del corpo agli stimoli sessuali non sempre seguano uno schema predeterminato e univoco, ma tracciati diversi nelle situazioni di intimità. 

Le disfunzioni sessuali si presentano durante le diverse fasi dell’attività sessuale, a partire dalla fase di eccitazione fino a interessare la fase conclusiva che prevede il raggiungimento dell’orgasmo e la risoluzione del rapporto. Esse, inoltre, possono essere causate da problemi medici tra cui squilibri ormonali, diabete e malattie cardiovascolari, ma anche da problemi di natura psicologica come ansia e stress.

Le persone che sperimentano ansia o disturbi dell’umore vanno spesso incontro a disfunzioni sessuali di diversa intensità e frequenza: alcune persone infatti possono sperimentare una disfunzione in modo sporadico; altre, invece, convivono quotidianamente con tale disagio, presentandosi perciò in simultaneità.

In questo articolo esploreremo il rapporto tra ansia e disfunzioni sessuali, cercando di capire come queste due condizioni interagiscono e quali sono le possibili soluzioni per affrontarle.

Disturbi d’ansia e disturbi sessuali: qual è il disturbo primario?

Il legame tra ansia e problemi sessuali è dunque molto forte, e si sviluppa su due strade parallele. Se gli studi in merito al rapporto tra ansia e sessualità hanno ormai confermato che i soggetti con disturbi d’ansia vanno incontro a problemi di natura sessuale con maggior frequenza, è vero anche che le persone con disturbi sessuali possono sviluppare stati ansiosi reattivi

La sintomatologia ansiosa e i comportamenti sessuali possono essere reciprocamente inibitori perché sono caratterizzati dall’attivazione opposta del sistema nervoso, cioè dall’eccitazione sessuale mediante attivazione parasimpatica e dall’eccitazione ansiosa per attivazione simpatica: secondo questa teoria, se due risposte antagoniste come l’ansia e l’eccitazione sessuale si verificano contemporaneamente, la risposta più forte (ansia) inibirebbe la risposta più debole (eccitazione sessuale), con conseguente diminuzione dell’eccitazione sessuale

In molti dei pazienti con disturbi psicologici si rintraccia, tra la sintomatologia clinica, la presenza di problemi relativi alla sfera sessuale. Ad esempio, il disinteresse per il sesso e l’intimità è un sintomo del Disturbo Depressivo Maggiore, mentre il rapporto sessuale in qualsiasi delle sue fasi può essere l’oggetto che desta paura e preoccupazioni nel disturbo d’ansia, Fobia Specifica.
Tuttavia, la letteratura suggerisce anche che l’insorgenza dell’ansia durante i rapporti sessuali può essere interpretato come il risultato della presenza, antecedente all’ansia stessa, di una disfunzione sessuale e delle reazioni del partner ad essa e che sia proprio questo stato psicologico, in seguito, a mantenere la disfunzione duratura nel tempo.

Una possibile spiegazione di come sperimentare stati d’ansia possa portare ad avere problemi relativi alla sfera sessuale può essere rintracciata nel nostro funzionamento neuroendocrino. Quando infatti un evento o una situazione stressante si protrae nel tempo, senza una naturale risoluzione, il nostro asse ipotalamo-ipofisi-surrene (asse HPA) viene attivato per far fronte allo stress in corso, provocando un significativo aumento del cortisolo (il principale ormone dello stress), che a sua volta aumenta i livelli di zucchero nel sangue e la pressione sanguigna e inibisce il nostro sistema immunitario.

Pertanto, l’ansia è legata ad alti livelli di cortisolo che a sua volta inibisce la produzione degli ormoni sessuali primari, responsabili del desiderio sessuale (libido) e di eventuali cambiamenti dei comportamenti sessuali, come la possibilità di avere una erezione. Gli importanti cambiamenti fisiologici che il nostro sistema nervoso mette in campo per far fronte agli stati ansiosi persistenti influiscono così sui nostri comportamenti sessuali, spesso inibendoli o rendendoli meno soddisfacenti del solito.

Tuttavia problemi di natura sessuale e stati ansiosi sono spesso presenti in contemporanea e non sempre è possibile identificare in modo chiaro e univoco quale sia il sintomo primario e quale quello secondario, reattivo. Risulta quindi difficile in molti casi definire se sia effettivamente l’ansia a pregiudicare il desiderio sessuale e le risposte comportamentali connesse o se siano i problemi legati all’intimità a generare stati ansiosi persistenti, rendendo l’iter diagnostico piuttosto farraginoso e complesso.

Un aspetto da considerare come confondente, per la comprensione di questi disturbi ma anche per il raggiungimento della diagnosi primaria, è proprio il carattere di simultaneità dell’occorrenza di tali fenomeni: l’ansia e i problemi sessuali si presentano insieme e potrebbero, pertanto, essere sintomi di una ulteriore condizione. Tra queste, cruciale si pone il tema dell’autostima: è noto che i soggetti con bassa autostima vivano esperienze sessuali sgradevoli e stati ansiosi pervasivi.

Stabilito che tra i disturbi d’ansia e delle disfunzioni sessuali vi sia ricorrente comorbidità, l’articolo spiegherà in maniera dettagliata come nei pazienti con disturbi d’ansia possano subentrare problematiche sessuali. In seguito verranno analizzate le dinamiche per cui i pazienti con disfunzioni sessuali spesso vivono stati ansiosi intensi.

ragazza consola tra le braccia il proprio ragazzo affetto da ansia legata alle disfunzioni sessuali

Disfunzioni sessuali nei pazienti con disturbo d’ansia

I pazienti che incorrono in problemi legati alla sfera sessuale spesso convivono già con un disturbo d’ansia, che rappresenta l’ultimo gradino di una escalation attraverso cui fattori sociali, psicologici, biologici e morali convergono fino a compromettere vari ambiti di vita, tra cui i comportamenti sessuali.

C’è un ampio accordo tra i clinici sul fatto che diversi tipi di dimensioni cognitive dell’ansia, quali pensieri intrusivi, pensieri irrealistici, perfezionismo e catastrofizzazione, hanno un marcato effetto sull’eccitazione sessuale e quindi possono svolgere un ruolo importante nella genesi e/o nel mantenimento della disfunzione sessuale. È possibile che queste attività cognitive operino attraverso il meccanismo dell’interferenza cognitiva o della distrazione.

Poiché indotta da diversi stressor intrineschi o estrinsechi, derivanti dall’ambiente in cui si è inseriti, si innesca un meccanismo per cui l’ansia finisce per distrarre dagli stimoli erotici e compromettere l’eccitazione sessuale. Ciò può comportare per esempio problemi di erezione negli uomini e una riduzione della lubrificazione e della tumescenza clitoridea nelle donne.

La preesistente condizione di disturbo d’ansia o di sintomatologia ansiosa invalidante, inoltre, può condizionare non solo le fasi che precedono i rapporti sessuali, come il desiderio e l’attivazione fisiologia ad esso connessa, ma anche aspetti relativi alla sessualità durante il rapporto sessuale. La letteratura suggerisce che i soggetti che sperimentano emozioni negative, tra cui l’ansia, possono incorrere più frequentemente in problemi di eiaculazione precoce o ritardata, in disturbi del dolore sessuale. Per esempio, le donne che soffrono di Disturbo di Panico, per esempio, spesso sperimentano la perdita della libido, avvertendo meno il desiderio sessuale sia in termini di frequenza che di intensità.

La società è purtroppo ancora oggi intrisa di pregiudizi relativi ai disturbi di natura psicologica. Lo stigma è talmente permeante che inibisce coloro i quali vivono momenti di disagio meramente psichico nel cercare aiuto. Nei casi in cui ai disturbi d’ansia sopraggiungono, però, disfunzioni sessuali, rimandando all’ipotesi che possa esserci un problema medico, solo allora sembra essere lecito rivolgersi ad uno specialista. Per molti è più accettato socialmente andare da un medico, piuttosto che da uno psicologo psicoterapeuta, poiché legati ad un’ottica medica-medicalizzante dei disturbi, a discapito di una visione biopsicosociale della sintomatologia dei pazienti.

Problemi sessuali maschili e femminili legati all’ansia

Ma quali sono le disfunzioni sessuali legate all’ansia, e quali sono le conseguenze?

Le Disfunzioni Sessuali (SD) sono definite dal DSM – 5 (Manuale Diagnostico Statistici dei Disturbi Mentali), come disturbi delle 3 fasi del ciclo di risposta sessuale:

  • Desiderio, in cui si osservano ridotto o assente interesse per l’attività sessuale, scarsi pensieri o fantasie erotiche e/o iniziativa nel rapporto sessuale (Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile, Disturbo del desiderio sessuale femminile, Disturbo da avversione sessuale)
  • Eccitazione (Disturbo erettile, Disturbo dell’eccitazione sessuale femminile) per cui si presenta assente o ridotta eccitazione/piacere durante l’attività sessuale, nonostante la presenza di stimolazione fisica adeguata e sensazioni fisiche genitali
  • Orgasmo, tale da osservare in uomini e donne un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo, anorgasmia, o per gli uomini persistente eiaculazione prima o durante il rapporto sessuale senza poter agire controllo (Eiaculazione Precoce o Ritardata, Disturbo dell’orgasmo femminile)
  • Disturbo del dolore sessuale, in cui si percepisce marcato dolore o contrazioni vulvo-vaginali o pelvici durante il rapporto (Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione, Dispareunia, Vaginismo).

Inoltre le Disfunzioni Sessuali possono essere primarie (lifelong) o secondarie (acquisite), generalizzate (che si verificano in qualsiasi situazione o con qualsiasi partner) o situazionali (si presentano in certe situazioni o solo con alcuni partner).

Guardando sia agli uomini che alle donne, l’ansia è legata a un rischio 2,6 volte maggiore di disfunzione orgasmica, un rischio 2,1 volte maggiore di eccitazione sessuale inibita e un rischio 3,3 volte maggiore di diminuzione del desiderio sessuale. Le donne con ansia hanno una maggiore probabilità di avere disturbi dell’eccitazione o disfunzione orgasmica fino a 3,5 volte di più rispetto alle donne non ansiose. Pertanto nelle persone che convivono con una sintomatologia ansiosa, il piacere e la soddisfazione sessuale possono essere profondamente compromessi.

Ansia da prestazione

La relazione tra ansia e problemi sessuali si fa chiara ed evidente nella condizione di ansia da performance sessuale, che risulta essere tra i più comuni dei disturbi sessuali. L’ansia da prestazione si verifica negli uomini e nelle donne con disfunzione sessuale che sperimentano preoccupazioni ossessive legate all’intimità, con conseguenti rapporti sessuali inadeguati e si determina come fattore importante che contribuisce ai livelli di disfunzione sessuale. L’ansia da prestazione è legata a un eccessivo bisogno di performare o di soddisfare il partner durante un’interazione sessuale.

Cosa accade? L’attenzione si concentra sulle prestazioni piuttosto che sul piacere e sulla soddisfazione e come un effetto domino, il livello di ansia da prestazione aumenta e impedisce ulteriormente il funzionamento sessuale sia del soggetto che la sperimenta che del suo partner. Tale condizione è stata ritenuta centrale per lo sviluppo e il mantenimento delle disfunzioni sessuali. Ad esempio un uomo con disfunzione erettile può sperimentare difficoltà durante i rapporti perché non è certo del fatto che otterrà un’erezione sufficiente per iniziare il rapporto sessuale o manterrà la sua erezione fino alla fine dello stesso. L’ansia da prestazione è quindi associata più al “volere” un rapporto performante che a permettere che si verifichi come risposta naturale al piacere erotico. Un pattern di comportamento simile può verificarsi per le donne che hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo: la donna può temere che il suo partner si possa annoiare nella fase di stimolazione o di dover necessariamente sperimentare un orgasmo per soddisfare il suo partner. Talvolta nelle donne le risorse vengono impiegate per monitorare il proprio livello di eccitazione poiché si teme che l’eccitazione non venga raggiunta abbastanza velocemente.

Cause dell’ansia sessuale

L’ansia connessa alla sfera sessuale può avere radici profonde nella personalità e nel passato di chi la sperimenta. I suoi trigger, altresì, possono essere molteplici.

La soddisfazione sessuale è associata a un senso di benessere e salute fisica e ha una forte associazione con la soddisfazione della relazione. La qualità di vita e il benessere percepito sicuramente influisce sul benessere delle relazioni e dei rapporti, inclusa la sfera sessuale.

Condizioni di ansia preesistenti possono essere la causa di problemi sessuali. Lo stress e le preoccupazioni che generano stati ansiosi possono provenire dal nostro ambiente lavorativo (ne abbiamo parlato nell’articolo sull’ansia da lavoro), dalla gestione nel ménage familiare, dagli impegni quotidiani dai quali ci si sente spesso sopraffatti. È così che l’ansia generata da fattori esterni viene introiettata e diretta anche in altri ambiti di vita, come quello sessuale.

L’ansia può essere scatenata però anche da fattori intrinsechi, quali:

  • Uno stile di attaccamento insicuro, caratterizzato da discontinuità, indisponibilità di cure significative o invischiamento genitoriale
  • Le esperienze di abuso o negligenza infantile
  • Le prime esperienze sessuali negative e le relazioni meno stabili all’inizio dell’attività sessuale, in età adolescenziale
  • L’intimità emotiva con il partner sessuale e coesione di coppia
  • I valori culturali, intesi come i punti cardine che guidano i nostri atteggiamenti nei confronti del sesso e i ruoli di genere culturalmente determinati
  • La pressione sociale e i miti sessuali (es. “un vero uomo è sempre pronto per il sesso” oppure “è bene che una brava ragazza non esprima palesemente desideri sessuali e non prenda l’iniziativa”)
  • L’immagine corporea, tra cui la preoccupazione per il proprio peso, la condizione fisica, l’attraenza sessuale e i pensieri sul proprio corpo durante l’attività sessuale. Poiché la percezione dell’aspetto fisico è inclusa nel concetto di Sé, nell’atteggiamento verso il proprio corpo (ad esempio dimensioni, forma atletica, ecc.), l’immagine corporea può essere associata alla loro autostima. Questi atteggiamenti o valutazioni riguardano la soddisfazione relativa al proprio corpo, denominata body-esteem.
  • Lo stile attributivo e il locus of control interno, ovvero la credenza di poter avere il controllo e di poter agire su qualsiasi evento di vita piuttosto che ammettere che la responsabilità non è nostra per ogni evento con cui ci confrontiamo.
  • L’assertività sessuale, sottotipo di comunicazione sessuale definita come la capacità di una persona di comunicare i bisogni sessuali e iniziare il comportamento sessuale con un partner, e l’autostima sessuale, l’insieme delle reazioni affettive alle valutazioni soggettive dei propri pensieri, sentimenti e comportamenti sessuali. e sessualità.

coppia siede ai lati opposti del letto alle prese con problemi sessuali dovuti all'ansia

Disturbi d’ansia nei pazienti con problemi sessuali

I pazienti con disfunzioni sessuali vivono profondi stati d’ansia. I livelli d’ansia maggiori inoltre vengono esperiti dai soggetti che hanno disfunzioni sessuali derivanti da fattori psicogeni piuttosto che di natura organica. Questo dato sottolinea come se, in assenza di una patologia fisica conclamata, ci si sentisse meno “legittimati” ad avere problemi legati all’intimità e quindi più giudicati, sperimentando disagio psicologico di tipo ansioso oltre che fisico.

Nello specifico gli uomini che soffrono di disfunzioni sessuali della fase orgasmica hanno più probabilità di sperimentare stati ansiosi rispetto a quelli che non hanno questi problemi. Altri dati confermano come problemi di carattere sessuale possano indurre ansia e stress. Uno studio di Kaplan mostra come in pazienti con disturbi legati al desiderio sessuale il 25% di loro sperimentava anche sintomi ansiosi.
Le persone che convivono con problemi sessuali transitori o stabili nel tempo tendono ad avere una minore autostima e una minore soddisfazione relativa all’attività sessuale, rendendole così inclini ad avere ansia ad essa collegata.

L’ansia sembra contribuire ad innescare un circolo vizioso che compromette la relazione sessuale tra il soggetto con disfunzione sessuale e il partner con conseguenti problemi di comunicazione, che impediscono ulteriormente il comportamento sessuale e di vivere con piacere e benessere le esperienze ad esso relative. Coloro i quali sperimentano alti livelli d’ansia risultano meno sessualmente esperti, impegnati in attività sessuali meno frequentemente, hanno avuto meno partner sessuali, esprimono un più alto grado di apprensione sul sesso.

Sebbene dal sentire comune venga percepito come un tabù, le disfunzioni sessuali sono una condizione psicofisica molto comune e spesso associate a sintomi ansiosi. Un dato esplicativo di quanto poco spesso ci si rivolga ad un professionista per porre rimedio a tale condizione è che il 90% di chi soffre di eiaculazione precoce non cerca aiuto. Eppure tali fenomeni sono più diffusi e comuni di quanto si possa immaginare: in uomini con disturbo erettile per esempio la prevalenza dei disturbi d’ansia varia dal 2,5% al 37%. Uno studio ha altresì dimostrato che nelle donne con diagnosi di vaginismo, disturbi d’ansia e/o la depressione sono stati riscontrati nel 79,86% dei casi e che, nello specifico, la fobia specifica è la condizione di comorbidità più frequente (63,9%), seguita da ansia sociale, disturbo di panico e disturbo d’ansia generalizzato.

Ansia nei disturbi da dolore sessuale

Tra le disfunzioni sessuali, di cui la maggior parte impatta sulle fasi di attività sessuale, vi sono anche i disturbi del dolore sessuale (Sexual Pain Disorders – SPD), condizioni psicofisiche molto frequenti.

Il vaginismo, presente nel 5-17% delle donne, implica un’incapacità, reattiva a paura e preoccupazione, di andare incontro alla penetrazione vaginale. La

Tra le disfunzioni sessuali, di cui la maggior parte impatta sulle fasi di attività sessuale, vi sono anche i disturbi del dolore sessuale (Sexual Pain Disorders – SPD), condizioni psicofisiche molto frequenti. Il vaginismo, presente nel 5-17% delle donne, implica un’incapacità, reattiva a paura e preoccupazione, di andare incontro alla penetrazione vaginale. La dispareunia, che incorre nel 10-20% delle donne con percentuali che raddoppiano dopo la menopausa, è invece una condizione caratterizzata dall’esperienza essenziale del dolore durante i rapporti sessuali o altre modalità di penetrazione vaginale. Il DSM-5 propone di sostituire queste due categorie separate di disfunzione sessuale nel DSM-IV all’interno della categoria nosografica “Disturbo del Dolore Genito-Pelvico e di Penetrazione”.

Il dolore e l’ansia sono considerate componenti salienti ed interattive del vaginismo e provocano vestibolodinia (Provoked Vestibulodinia – PVD), che è la causa più comune di dispareunia nelle donne in età fertile, colpendo il 12-21% delle donne in questa popolazione. Alcuni studi (Bodenmann et al., 2006; Kaya et al., 2006) hanno suggerito che le donne con vaginismo sperimentano elevati livelli di ansia generalizzata e stress, nonché ansia specifica della penetrazione. Se l’ansia generalizzata è una caratteristica saliente del vaginismo, essa potrebbe essere una conseguenza della condizione, o, in alternativa, potrebbe essere che una propensione temperamentale alle risposte ansiose sia un fattore predisponente. 

Uno studio di Watts e Nettle del 2010 riscontra una prevalenza significativa di ansia di tratto, intesa come una disposizione temporalmente stabile a rispondere a situazioni minacciose con sintomi ansiosi non legata ad una situazione specifica, nelle donne affette da disturbo del dolore vagino-pelvico. Rosenbaum, inoltre, nel suo lavoro suggerisce che dimensioni psicologiche quali tendenza alla catastrofizzazione, paura del dolore, ipervigilanza e minore autoefficacia (senso di fiducia di una persona nelle proprie capacità, abilità, potenzialità di esercitare un controllo sugli eventi e gestire la propria vita) siano associate ad un aumento dell’intensità del dolore durante il rapporto sessuale.

Come combattere l’ansia legata alla sessualità?

Molte persone si trovano in situazioni di malessere, sperimentando stati ansiosi e difficoltà nella sfera sessuale, compromettendo la qualità di vita, le relazioni e l’equilibrio psicofisico. Fortunatamente, introdurre qualche accorgimento nella routine e parlare con un professionista di queste preoccupazioni può avere un impatto positivo sulla salute mentale.

Stile di vita

Apportare cambiamenti di vita sani, come raggiungere una buona igiene del sonno, seguire una dieta equilibrata e dedicare parte del proprio tempo libero all’esercizio fisico sono degli espedienti da mettere in pratica facilmente, ripristinando l’omeostasi e garantendo un calo dei livelli d’ansia che porterebbe, di pari passo, a vivere con maggior serenità anche la propria vita sessuale.

Relazioni interpersonali

Percepire di intrattenere relazioni interpersonali di qualità con il partner sessuale, che preveda intimità e vicinanza certamente può aiutare a migliorare sia l’ansia che i problemi legati al sesso. È pertanto consigliato riflettere sulle relazioni attuali, cercando di individuare i possibili problemi di comunicazione e individuare i possibili problemi di coppia e le dinamiche ricorsive che possono emergere anche in modo inconscio durante i momenti di vicinanza fisica.

Qui ed ora

Le numerose ricerche svolte testimoniano che l’ansia che conduce a disfunzioni sessuali è attribuibile al fatto che avviene anche nei momenti di intimità una eccessiva attività della cognizione. Vivere i rapporti ponendo attenzione alle emozioni esperite può essere un primo passo per godere del momento.

Masturbazione

Sebbene attorno alla masturbazione gravitino molti pregiudizi (e sia oggetto di disturbi come la masturbazione compulsiva), intraprendere questa pratica è un modo per conoscere il proprio corpo e le risposte sessuali. Mediante la masturbazione è infatti possibile osservare maggiori livelli di autostima, soddisfazione sessuale e eccitazione. Per esempio conoscere meglio le proprie fantasie sessuali influenza il desiderio sessuale, che a sua volta porta all’incremento di attività sessuali positive.

Terapia cognitivo comportamentale

Medici e ricercatori hanno suggerito la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) come trattamento d’elezione per le disfunzioni sessuali. I trattamenti più diffusi per le disfunzioni sessuali spesso includono strategie che mirano a ridurre la paura della penetrazione, l’ansia e i comportamenti di evitamento, al fine di aumentare la funzione sessuale attraverso vari meccanismi cognitivi comportamentali (cioè eccitazione fisiologica, cognizione, comportamenti). Queste strategie o trattamenti consistono in tecniche di esposizione per indirizzare l’evitamento comportamentale correlato all’attività sessuale comune alle disfunzioni sessuali e desensibilizzazione sistematica attraverso gerarchie comportamentali delle attività sessuali, in cui l’obiettivo è ridurre l’ansia prima di passare alla fase successiva.

La terapia sessuale altresì è la psicoterapia utilizzata per migliorare le esperienze erotiche di una persona e per ridurre l’ansia e l’autocoscienza sulle prestazioni sessuali. La terapia sessuale è un supporto valido per modificare i modelli di pensiero o le credenze che interferiscono con l’intimità e il piacere sessuale. La focalizzazione sensoriale, originariamente sviluppata da Masters e Johnson, è una forma di terapia sessuale comportamentale e consiste in una serie progressiva di compiti a casa tra i partner, progettati per migliorare la consapevolezza dei partner delle esperienze piacevoli e delle proprie preferenze per il contatto sessuale, riducendo l’ansia attraverso esercizi graduali. La terapia cognitiva basata sulla consapevolezza è anche un trattamento psicoterapeutico efficace per le preoccupazioni sessuali. I terapisti sessuali spesso forniscono gli strumenti per esplorare la sessualità dei pazienti (attività più o meno gradevoli e paure).

Altresì interventi di mindfulness risultano utili nel trattamento delle disfunzioni sessuali e, nello specifico, nel trattamento del dolore cronico e dell’ansia. Basson (2012) ha recentemente chiarito il meccanismo neurofisiologico per cui l’allenamento alla consapevolezza di sè applicato al dolore sessuale può ridurre la percezione del dolore stesso. Infine, consente al singolo e alle coppie di sfidare le nozioni cognitive relative ai rapporti sessuali, quali pensieri negativi, di resistere all’auto-giudizio e di concentrarsi sull’esperienza, raggiungendo più agevolmente la gioia sessuale e la connessione di coppia.

ragazza in preda ad un attacco di panico dovuto all'ansia legata alla sfera sessuale si tiene la gola con una mano

Conclusioni

L’ansia e i problemi sessuali sono condizioni comuni e che spesso convivono e coinvolgono la vita di numerose persone. Essi, inoltre, possono autoalimentarsi; infatti è difficile comprendere quale difficoltà nasca prima: la sintomatologia primaria può essere quella legata agli stati ansiosi a cui conseguono difficoltà nei momenti di intimità, ma frequentemente sono le disfunzioni sessuali a comparire prima e l’ansia si manifesta in forma reattiva ai sintomi pregressi.

Certo è che possiamo pensarle come le due facce della stessa medaglia e pertanto per garantire il benessere psicofisico è necessario occuparsi di entrambe. Moltissime sono le persone che incorrono in disagi psicologici di questo tipo, ma a causa di false credenze, sistemi valoriali obsoleti e stereotipi sociali, pochi sono i casi in cui viene richiesto aiuto e supporto da parte di una figura professionale preparata.

È, invece, importante mettere da parte vergogna o imbarazzo, ma piuttosto che ognuno di noi presti attenzione ai campanelli d’allarme, tra cui preoccupazioni e paure persistenti e problemi di natura sessuale, per raggiungere una condizione di salute, intesa come benessere fisico e psicologico. Esistono, infatti, molteplici possibili traiettorie di intervento, che comprendono semplici e pratiche accortezze da introdurre nella routine quotidiana fino alla psicoterapia, al fine ultimo di sentirsi bene con se stessi e in relazione con gli altri.

Bibliografia

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