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Oggi affronteremo un tema importante per tutti i cari, parenti e amici di chi soffre di episodi di panico, ossia come aiutare una persona con attacchi di panico.
Gli attacchi di panico sono una manifestazione improvvisa di paura eccessiva ed intensa senza che ci sia qualcosa di effettivo che la ha scatenata.
Chi ha avuto un attacco di panico riporta sintomi sia fisici che psicologici acuti che compromettono la sua qualità di vita. I sintomi degli attacchi di panico possono essere vari, abbiamo:
Poiché la crisi di panico colpisce in qualsiasi momento, senza preavviso, la persona che ne soffre teme costantemente la manifestazione di un attacco in tutti gli ambiti della sua vita, e questa condizione di allerta continua compromette la sua qualità di vita.
Per sapere come aiutare chi soffre di attacchi di panico è bene fare luce sulle cause degli attacchi di panico più diffuse possono essere diverse:
Molti studiosi concordano sull’idea che le cause dell’esordio di un attacco di panico siano correlate anche da sentimenti negativi non affrontati e tenuti latenti dalla persona che, nel tempo, provocano un aumento dell’ansia fino a sfociare in una crisi di panico. Nello specifico ci sono poi cause e manifestazioni degli attacchi di panico caratteristiche degli anziani.
Avere le conoscenze per sapere come aiutare chi soffre di attacchi di panico è molto importante in caso di una crisi di panico di un amico o un affetto caro. È necessario conoscere alcune indicazioni da mettere in pratica quando ci si trova a dover fronteggiare e sostenere una persona che sta avendo un attacco di panico, cosa fare nell’immediato durante una crisi, ma anche come aiutare una persona con attacchi di panico frequenti e tra un attacco e l’altro.
In particolare, è bene quindi suddividere due momenti importanti della crisi di panico:
Mi capita spesso di rispondere a domande in cui mi si chiede cosa fare durante un attacco di panico e/o come gestire un attacco di panico. Ecco alcuni consigli in caso di attacchi di panico e cosa fare nell’immediato.
Mentre la persona che abbiamo di fronte sta avendo un attacco di panico, è fondamentale che chi lo assiste cerchi la propria tranquillità, in modo tale da non incrementare l’agitazione e la paura dell’individuo e soprattutto di non trasmettere ulteriore spavento all’altro.
Tra le cose da fare in caso di attacchi di panico è possibile anche offrire il proprio contatto fisico, se si ritiene opportuno, poiché risulta molto più funzionale di parole e frasi dette in quel momento (perché appunto, chi soffre di una crisi non ha la lucidità di comprendere ciò che gli altri gli stanno dicendo). Quindi un contenimento fisico che può essere un abbraccio, una mano sulla spalla o sul petto può aiutarlo a gestire meglio l’attacco sentendo la presenza reale di un’altra persona.
Infine, sarebbe bene evitare consigli, critiche e giudizi nel momento dell’attacco perché, come già detto, la persona non ha la lucidità di comprendere le parole che gli vengono fornite e le critiche potrebbero aumentare la percezione dei sintomi della crisi.
Molto spesso le persone che hanno subìto diversi attacchi di panico “imparano” a riconoscere i sintomi che precedono l’insorgenza di un attacco. Di conseguenza, la gestione di esso può essere meglio controllata attraverso la messa in atto di tutte le strategie che ogni persona ha sviluppato nel corso del tempo per gestire al meglio l’attacco e per non farsi scompensare dai sintomi. Ogni persona conosce il proprio organismo e sa cosa può agevolare l’insorgenza di crisi di panico e cosa invece ridurre la stessa. Per esempio una strategia potrebbe essere prepararsi preventivamente all’eventualità di trovarsi in situazioni e luoghi poco familiari che possono aumentare il livello di ansia e panico. In ogni circostanza ogni persona conosce quali possano essere le migliori strategie per fronteggiare al meglio l’insorgenza dell’attacco.
Nel caso in cui l’attacco di panico è imprevisto, la situazione cambia poiché si ha difficoltà nel gestire l’insieme di sintomi che può comportare la crisi.
In questo caso è possibile avere alcuni accorgimenti che, in base al diretto interessato, possono essere da monito per gestire al meglio la crisi e non farsi sopraffare da essa.
Tra i suggerimenti e le strategie più efficaci si può:
Se si è alla ricerca di informazioni su come aiutare una persona con attacchi di panico frequenti, e come gestire quindi il periodo compreso tra una crisi e l’altra, ecco alcuni consigli utili.
Nei periodi in cui si è consapevoli che l’altro può avere un attacco di panico, la prima cosa da fare è svolgere la propria vita autonomamente, senza cioè condizionare le scelte proprie o dell’altro per cercare di evitare la manifestazione di un attacco. Questo comportamento potrebbe addirittura incrementare l’ansia della persona nei confronti della crisi di panico.
Inoltre è necessario non trattare chi ha attacchi di panico come poco capace di affrontare le attività, situazioni e gli eventi da solo. Comportandosi in questo modo si rischia di diventare sia il sostituto di un “farmaco” per la persona che soffre di attacchi, un farmaco però deleterio perché fa sì che l’individuo non si impegni su se stesso per comprendere e lavorare sugli attacchi in modo autonomo, sia di non porre o porre troppi limiti alla persona, rendendola sempre meno consapevole del proprio stato d’animo ed impedendole di affrontarlo da solo.
Infine, ma non meno importante, sarebbe opportuno suggerire una terapia perché grazie ad essa e ad uno psicologo specializzato in attacchi di panico la persona può avere consapevolezza dei motivi che lo hanno portato a soffrire di una crisi e iniziare lavorare su quelli per migliorare la gestione della propria vita.
Dopo aver vissuto e sperimentato l’insieme di sintomi ed emozioni fisiche e mentali tipiche dell’attacco di panico, l’organismo chiede inevitabilmente un rallentamento, ed è facile provare un senso di spossatezza dopo l’attacco di panico. Anche in questo caso, non serve cercare di far finta di nulla, ritornare alle normali attività quotidiane ma è necessario e indispensabile fermarsi e riposarsi, far sì che il proprio organismo si possa ricaricare senza esponendolo ad ulteriori stress.
Per quanto concerne gli attacchi di panico in bambini/adolescenti e cosa fare, anche in questo caso è necessario sottolineare che l’ansia è sana nella misura in cui la manifestazione di questa rispetta l’età di sviluppo della persona e ci sono cause evidenti.
Ad esempio, l’ansia provata per la paura del buio, dei fantasmi, dei tuoni, dell’inizio della scuola, è funzionale poiché aiuta il bambino e/o l’adolescente a gestire la frustrazione e a crescere riuscendo a conviverci fino a superarla.
Il confine tra normalità e patologia si può osservare però, nel momento in cui la manifestazione del sintomo è eccessiva rispetto al reale pericolo nel quale si incorre e duratura nel tempo. Un bambino che continua a provare ansia eccessiva per la scuola nonostante sia passato il periodo di adattamento alla nuova situazione, o un adolescente che preferisce isolarsi dai propri coetanei poiché la presenza di questi può compromettere il suo stato di salute psicofisico fino ad avere un attacco di ansia, possono accendere un campanello di allarme poiché, come già detto, la preoccupazione non si limita al singolo caso e si osserva soprattutto una loro incapacità di gestione di questa.
In casi di ansia o attacchi di panico in bambini e adolescenti in cui si osserva una compromissione della qualità di vita del bambino e/o dell’adolescente che impedisce loro di sperimentare situazioni ed emozioni coerenti con la fase di vita che stanno affrontando, può essere necessario consultare uno specialista e comprender meglio quale possa essere la natura di queste manifestazioni sintomatiche negative.
Il trattamento consigliato e che fornisce maggiori risultati per la cura degli attacchi di panico è la Terapia Cognitivo-Comportamentale. La terapia ha lo scopo di informare inizialmente la persona aiutandola a conoscere il disturbo e a prenderne coscienza, comprendendo le ragioni alla base della manifestazione della crisi, i momenti in cui il rischio che avvenga è maggiore, le motivazioni profonde alla base dell’attacco.
Successivamente il terapeuta attraverso tecniche specifiche, aiuterà la persona ad apprendere strategie funzionali ed adattive per gestire le situazioni che possono procurare una crisi di panico. La terapia non sarà, quindi, svolta con aiuti “esterni”, attraverso somministrazione di farmaci che placano lo stato di ansia e paura della persona.
Attraverso la conoscenza della patologia, lo sviluppo delle abilità per fronteggiarla, la modifica di pensieri e comportamenti disadattivi rendendoli realistici e adattivi, la terapia avrà come fine l’incremento dell’autonomia dell’individuo nella gestione dei sintomi, sviluppando ed incrementando le sue risorse interne, la sua forza nell’affrontare i sintomi e nel fronteggiare al meglio una possibile crisi e di conseguenza migliorando la sua qualità di vita.
Aiutarsi o aiutare una persona cara ad affrontare gli attacchi di panico può essere molto importante. Questo genere di disturbo impatta infatti sulla vita quotidiana di chi ne soffre; uscirne è fondamentale.
Da tempo ormai presso il mio studio di psicologo a Torino, e su Skype, affronto il problema degli attacchi di panico con i miei pazienti attraverso sedute singole e di gruppo.
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In questo momento difficile che stiamo attraversando le prestazioni sanitarie e terapeutiche presso lo Studio Colamonico sono REGOLARMENTE GARANTITE secondo quanto stabilito nell’allegato 1 del DPCM del 22 marzo e nell'Ordinanza Regione Piemonte n. 34 del 21 marzo 2020. È inoltre attivo il servizio di TERAPIA ONLINE a mezzo videochiamata e Skype.
Un caro saluto, Dott. Damiano Colamonico |