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Il disturbo da Alimentazione Compulsiva Incontrollata, chiamato anche Binge Eating Disorder, è un disturbo appartenente alla famiglia dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Viene definito “Disturbo da Alimentazione Compulsiva Incontrollata” perché come tutti i disturbi del comportamento alimentare, anche questo presenta dei pensieri ossessivi riguardo il cibo e l’ingestione di esso che appaiono come vere e proprie ossessioni e comportamenti compulsivi. Non è però elencato all’interno della categoria dei Disturbi Ossessivo Compulsivi, pur avendo caratteristiche simili per alcuni aspetti. Il Binge Eating Disorder è principalmente verificato in occasione di abbuffate compulsive ricorrenti, accompagnate da una sensazione di perdita di controllo, e risulta in sentimenti di senso di colpa, di disgusto verso se stessi e di fallimento. Il disturbo da alimentazione compulsiva incontrollata può avere diverse cause scatenanti, che risiedono spesso nell’incapacità di gestire le proprie emozioni, e tende a diventare un ostacolo nella vita delle persone.
Che cos’è il Binge Eating Disorder? Il BED presenta come principale caratteristica ricorrenti episodi di abbuffata e perdita di controllo, ripetuti per almeno una volta alla settimana per tre mesi consecutivi.
Per episodio di abbuffata si intende un periodo di tempo (da qualche minuto fino a due ore circa) in cui la persona ingerisce una grossa quantità di cibo, maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso lasso di tempo. L’abbuffata non deve necessariamente avvenire in un unico contesto. Può capitare ad esempio che la persona abbia un’abbuffata dopo aver passato una serata fuori a cena, tornando a casa e quindi continuando a mangiare in modo spropositato. La sensazione che viene descritta dalle persone con BED è di perdere il controllo nel lasso di tempo in cui avviene l’abbuffata, come se non riuscissero a bloccare il comportamento disfunzionale.
Successivamente all’abbuffata la sensazione provata dall’individuo è di forte senso di colpa e vergogna per aver agito in modo compulsivo e non essere riuscito a controllare i propri comportamenti, tanto che l’atteggiamento non viene condiviso con le persone vicine e diventa un comportamento messo in atto segretamente.
Le sensazioni che seguono un’abbuffata compulsiva possono essere di soddisfazione, come di aver risolto un problema, ma si tratta di sensazioni di piacere effimere. Presto infatti, l’individuo affetto da disturbo da alimentazione incontrollata sarà sopraffatto da sensazioni di colpa, disgusto verso sé, che possono sopraggiungere anche nel momento in cui si sta ancora mangiando, facendo provare disgusto verso le proprie azioni compulsive ma non permettendo di smettere. Spesso l’abbuffata è associata al mangiare molto velocemente o alle sensazioni di agitazione e di stati emotivi compromessi, e non a caso il BED è spesso associato a disturbi come la bulimia nervosa.
Secondo i criteri diagnostici delineati dal DSM-5, il manuale diagnostico dei disturbi mentali, i principali sintomi che segnalano la manifestazione del Binge Eating Disorder in un individuo, troviamo sicuramente gli episodi ricorrenti di abbuffata, che sono caratterizzati da due comportamenti tipici:
L’abbuffata in sé è caratterizzata da questi comportamenti definiti:
Le abbuffate non sono seguite da comportamenti compensatori (vomito, attività fisica eccessiva, uso di lassativi) delle forme di compulsione, e per questo motivo spesso le persone che soffrono di BED incorrono anche in un aumento di peso non indifferente che difficile da contestualizzare dalle persone accanto a loro che non conoscono la causa dell’aumento ponderale.
Le cause alla base dell’insorgenza del Disturbo da Alimentazione Compulsiva Incontrollata o Binge Eating Disorder possono essere diverse e variabili da persona a persona. È possibile comunque raggrupparle in diversi livelli che possono essere descritti attraverso fattori biologici, psicologici e sociali.
In particolare le cause biologiche del binge eating disorder possono essere ad esempio disfunzioni ormonali, variazioni genetiche, una predisposizione a comportamenti compulsivi e quindi anche a comportamenti dipendenti.
I fattori psicologici invece possono essere ascrivibili a caratteristiche di personalità instabile, problemi a livello di autostima che si riversano nella difficoltà di gestione di se stessi nel rapporto con il cibo, sensazione di inadeguatezza e incapacità di essere autoaffermati, difficoltà a fronteggiare le situazioni negative e dolore della vita.
Anche l’ambiente può avere la sua influenza nell’insorgenza del disturbo. Ad esempio una difficoltà nelle relazioni con la famiglia di origine e quindi una mancata sicurezza nel rapporto con le figure di riferimento può caratterizzare l’insorgenza del sintomo. In associazione, anche eventi traumatici ed improvvisi possono comportare l’esordio (divorzi, lutti, abusi sessuali).
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo ed i Disturbi del Comportamento Alimentare presentano molte caratteristiche comuni, come ad esempio la compulsività dell’atteggiamento disfunzionale ed i rituali alimentari che può avere una persona con disturbo Ossessivo Compulsivo nei confronti di un oggetto, un’azione, un comportamento, e la stessa compulsione nel mangiare perdendo il controllo della quantità di cibo ingerita attivata da chi soffre di Binge Eating Disorder.
In entrambi i casi vi è un forte rapporto tra ansia e cibo. La differenza sostanziale però che fa sì che si possa osservare una diagnosi differenziali tra i due disturbi è data dal fatto che la persona che soffre di disturbo ossessivo compulsivo mette in atto comportamenti compulsivi in risposta a pensieri, idee, fantasie, immagini, incubi angoscianti e ossessivi. Di conseguenza il comportamento compulsivo paradossalmente è quasi controllato dall’individuo che, in modo fallimentare, cerca di mediare lo stato di angoscia e ansia presente per il pensiero ossessivo attraverso le compulsioni. Governare significa che nonostante senta di dover mettere in atto il comportamento perché altrimenti succederebbe qualcosa di grave e pericoloso, non perde di vista l’azione che sta effettuando ma anzi, in un primo momento si sente sollevato per il fatto che avendola messa in atto potrà ridurre il suo stato di ansia. È tutto ben spiegato nell’articolo dedicato.
Chi soffre di Binge Eating Disorder invece, mette in atto il comportamento compulsivo di mangiare grosse quantità di cibo non per consciamente mediare il proprio stato di ansia e di angoscia precedente. La persona che presenta il BED non si rende del tutto conto di mangiare in modo spropositato e solo quando avverte la sensazione di sazietà che si avvicina all’indigestione, prende coscienza dell’azione che ha svolto. L’azione di mangiare quindi non viene mesa in atto per gestire un pensiero ossessivo angosciante, ma viene messo in atto più per rispondere ad una emozione dolorosa che non può essere esplicitata a se stesso e che viene nascosta, coperta con il cibo ingerito.
In alcuni casi, la presenza di rituali alimentari come la restrizione calorica, l’esercizio fisico o l’ossessione per il cibo possono portare ad incorrette diagnosi, facendo pensare ad un disturbo ossessivo compulsivo più che ad un disturbo dell’alimentazione per la rigidità con cui questi rituali vengono effettuati. Nei disturbi del comportamento alimentare i rituali alimentari, a differenza del DOC, sono espressione diretta della psicopatologia legata al disturbo alimentare e alla visione del peso, della propria forma, che si trasformano in compulsioni alimentari. Il disturbo ossessivo compulsivo spesso può scaturire da un disturbo alimentare ed i due possono coesistere in un individuo, ma nel DSM è specificato come il DOC non può essere diagnosticato a partire da sintomi di un’altra patologia, come i comportamenti rituali del Binge Eating Disorder. Possiamo parlare quindi, di solo disturbo ossessivo compulsivo per il cibo o legato all’alimentazione nel caso in cui le ossessioni e le compulsioni non siano circoscritte alla preoccupazione per il peso o per il controllo della propria alimentazione.
Il Binge Eating Disorder può essere associato sicuramente alle altre due patologie principali presenti nella famiglia dei Disturbi del Comportamento Alimentare: la bulimia nervosa e l’anoressia nervosa.
In altre circostanze, è possibile associare il disturbo da alimentazione compulsiva ad altre patologie che possono essere il disturbo bipolare, la depressione, i disturbi d’ansia in generale e i disturbi da dipendenza di sostanze, in misura minore.
Uno degli approcci che mostrano un maggior miglioramento nei confronti della sintomatologia disfunzionale del BED è il trattamento Cognitivo Comportamentale. Come guarire dal Binge Eating Disorder quindi?
La terapia per i disturbi alimentari è caratterizzata da diverse fasi con un tempo flessibile in base alla gravità della manifestazione sintomatica. In una prima fase lo psicologo raccoglie informazioni riguardo la vita personale e interpersonale dell’individuo, i sintomi, l’esordio di essi e la modalità di manifestazione cercando insieme al paziente di ipotizzare le possibili cause alla base dell’esordio del disturbo.
Successivamente il terapeuta lavora insieme al paziente attraverso l’utilizzo di compiti, esercizi e azioni mirate ad aiutare l’individuo a prendere coscienza dei sintomi, a comprendere quando viene messo in atto il comportamento compulsivo e a definire un atteggiamento alternativo e funzionale che possa aiutare la persona ad evitare di aver bisogno di abbuffarsi.
L’obiettivo della terapia per il Binge Eating Disorder sarà quindi rendere autonomo l’individuo nella messa in atto di queste strategie che serviranno per gestire inizialmente meglio il sintomo e, man mano, per ridurre sempre più la sintomatologia disfunzionale che verrà integrata con una alternativa e funzionale al fine di migliorare la qualità di vita personale, interpersonale, lavorativa dell’individuo.
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