Ecco cosa troverai in questa pagina
Le compulsioni sono atteggiamenti che l’individuo mette in atto in modo ripetuto e che, agli occhi esterni, vengono riconosciute come azioni inadeguate e senza un senso specifico. Le persone che mettono in atto le compulsioni si rendono spesso conto di avere manifestazioni comportamentali dannose e non utili, ma la messa in atto delle stesse risulta più forte della volontà di non effettuarlo. Un esempio emblematico può essere rappresentato da un soggetto che, nonostante sia a conoscenza delle conseguenze disastrose, continua ad essere dipendente dal trading.
La parola “compulsione” ha origine latina e significa “spingere con forza” (compellere). Il significato fa comprendere come l’atteggiamento compulsivo sia perpetuato senza controllo e in modo ripetitivo dall’individuo.
La compulsione si manifesta attraverso un agito ripetuto ed incontrollabile che si manifesta successivamente ad uno stato psicologico eccitante e minaccioso, come nel caso di contaminazione mentale. La conseguenza a livello psicologico della messa in atto dell’atteggiamento sarà una temporanea sensazione di sollievo che andrà via in breve tempo, comportando la necessità, da parte dell’individuo, di mettere di nuovo in atto la compulsione.
Una persona che soffre di compulsioni presenta un quadro comportamentale ampio e vario, poiché l’atteggiamento ripetitivo può avere diverse sfumature ed essere caratterizzato da differenti azioni.
In generale, l’atteggiamento ripetitivo della compulsione presenta finalità rassicuranti che possono essere delineate in questo modo:
Le compulsioni giocano un ruolo fondamentale nel Disturbo Ossessivo Compulsivo, poiché sono la conseguenza delle ossessioni.
Nel DOC infatti, l’individuo si ritrova a subìre contro la sua volontà pensieri, idee, fantasie, sogni disturbanti e intrusivi durante l’arco della propria giornata.
L’impossibilità di controllare queste ossessioni fa sì che la persona metta in atto delle compulsioni, quindi dei comportamenti ripetuti e ben strutturati, che fungono da mediatori dell’ossessione subita dall’individuo. L’obiettivo quindi sarà quello di ridurre più possibile la sensazione di essere soverchiato dalle ossessioni e le compulsioni saranno uno strumento che ridurrà nell’immediato il pensiero intrusivo ma che non lo eliminerà, costituendo così un circolo vizioso di ossessioni e compulsioni ripetute durante la giornata. Per saperne di più, consulta la pagina dedicata al Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Come detto, le compulsioni possono essere tutti quei comportamenti e pensieri “stereotipati” che l’individuo mette in atto per rispondere ad una preoccupazione o angoscia, risolvendo temporaneamente ad un bisogno di controllo. Ma quando le compulsioni sono una manifestazione del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)? Il DOC è caratterizzato da ossessioni e compulsioni, sebbene queste ultime non siano sempre presenti e vi possa essere un disturbo ossessivo compulsivo senza compulsioni. Le ossessioni nel paziente affetto da DOC sono totalizzanti, così come lo sono le compulsioni, che occupano gran parte della giornata del soggetto e ne rendono la vita impossibile e disfunzionale, causando ulteriore angoscia o disagio nei diversi ambiti di vita. Il DOC può manifestarsi in età molto giovane, ma essere causato anche da un evento di vita specifico e/o traumatico. Nel Disturbo Ossessivo Compulsivo le compulsioni sono un meccanismo di risposta spesso correlato alla natura delle ossessioni: ad esempio nel DOC da contaminazione, il soggetto risponde all’ossessione di essere contagiato con la pulizia o l’evitamento di contatto o di luoghi che presume essere contaminati.
Le compulsioni possono manifestarsi anche in correlazione con altri disturbi di natura alimentare o correlati alle dipendenze.
Il rapporto tra ansia e cibo è molto saldo: nello specifico, nei disturbi alimentari la persona può mettere in atto delle compulsioni finalizzate a mantenere un equilibrio precario e disfunzionale nell’assunzione di cibo. Una persona che soffre di anoressia può, per esempio, mettere in atto comportamenti come dividere il pane in piccoli pezzettini per ridurre la visione di esso nell’insieme e avere la percezione che sia una quantità minore, oppure avere un’accortezza estrema rispetto alla misurazione degli alimenti che nel momento in cui non corrisponde alla quantità “giusta” per non ingrassare, comporta una manifestazione di stati di ansia e una impossibilità e rifiuto di assumere l’alimento.
Parliamo di comportamenti compulsivi, come nel caso del BED, il Binge Eating Disorder o disturbo da alimentazione compulsiva, quando un’abitudine come quella del mangiare, diventa una compulsione che può essere dovuta a stati emotivi negativi, oppure un’incapacità di controllare lo stimolo-risposta tra fame e nutrimento.
Nelle dipendenze, la compulsione è infatti definita come l’incapacità da parte dell’individuo a controllare l’assunzione della sostanza. Quindi l’atteggiamento della persona sarà quello di essere schiavo della sostanza stessa e dell’assunzione di essa anche in determinati momenti della giornata, con il pensiero delirante che possa aiutarlo a stare meglio e a ridurre la sensazione di malessere emotivo alla base dell’assunzione.
Le compulsioni, come anche la manifestazione del Disturbo Ossessivo Compulsivo, attualmente non presentano cause biologiche ben definite. Ci possono essere però delle concause e delle situazioni personali, relazionali, contestuali che possono incidere sull’esordio del sintomo.
Ad esempio una storia familiare caratterizzata da persona vicine che hanno sofferto e che soffrono di DOC, può incidere sulla crescita del bambino che, da giovane adulto, può aver normalizzato i comportamenti compulsivi osservati e quindi aver costituito dei propri comportamenti compulsivi finalizzati a mediare gli stati emotivi oscuri e disturbanti.
Oltre a questo, anche eventi contestuali di vita che risultano stressanti e faticosi per l’individuo, di qualsiasi natura e tipologia (un lutto, un trasloco, la perdita del lavoro, la fine di una relazione, condizioni ambientali avverse come la pandemia che stiamo affrontando in questo ultimo periodo) possono comportare una manifestazione di atteggiamenti finalizzati a ridurre l’ansia data da queste situazioni che si può cronicizzare in una vera e propria compulsione incontrollabile.
Gli atteggiamenti compulsivi sono diversi e si manifestano in diverso modo per ogni individuo che ne soffre. I più comuni che si possono osservare, possono essere:
Oltre a questi tipi di atteggiamenti compulsivi spesso associati al Disturbo Ossessivo Compulsivo, si può riconoscere una classificazione ulteriore delle compulsioni per tipo:
La terapia indicata per affrontare e combattere il comportamento compulsivo e il successivo malessere derivante è il Trattamento Cognitivo Comportamentale.
Esso si struttura attraverso una prima fase di raccolta di informazioni circa la storia personale dell’individuo, l’insorgenza del sintomo, la finalità di esso e le possibili cause alla base della manifestazione.
Successivamente con l’aiuto del terapeuta, l’individuo metterà in atto compiti e prescrizioni finalizzate a rinforzare e sviluppare azioni funzionali che possano essere l’alternativa alle compulsioni e i conseguenti comportamenti disfunzionali.
L’obiettivo sarà quello di trovare azioni, comportamenti e agiti positivi che portino l’individuo a sperimentare sempre meno la sensazione di minaccia precedente alla manifestazione sintomatica, migliorando la sua qualità di vita ed eliminando, inizialmente con l’aiuto dello psicologo e poi autonomamente, la messa in atto delle compulsioni stesse.
Per approfondire leggi anche: Disturbo Ossessivo Compulsivo: Come Uscirne?