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Attacchi di panico e depressione sono due tra le patologie più diffuse e conosciute nella popolazione; esse appartengono a macro categorie diagnostiche differenti: la prima fa parte dei Disturbi d’Ansia, la seconda dei Disturbi Depressivi e tale suddivisione corrisponde a due manifestazioni sintomatologiche differenti.
Ciononostante, gli attacchi di panico possono essere correlati a numerose altre patologie psichiche, tra queste vi è la Depressione (Kessler et al., 2005; Goodwin & Hamilton, 2002). Si stima anche che chi soffre di disturbo depressivo maggiore sperimenti nella propria vita almeno un episodio di attacco di panico (Bystritsky et al., 2010). La presenza incrociata dei due disturbi inoltre, secondo alcuni dati di ricerca, potrebbe contribuire alla manifestazione di sintomi più gravi, anche di tipo somatico, andando ad incidere in maniera più profonda sulla funzionalità globale dell’individuo (Roy-Byrne et al., 2000; Roca et al., 2009; Alonso et al., 2018).
L’Attacco di panico rientra tra le condizioni cliniche contemplate dal DSM-5 – Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (2013), che lo definisce come una paura o disagio improvvisi, durante i quali vi è la manifestazione di una sintomatologia psicologica, fisica e organica, che raggiunge l’apice in pochi minuti. Questa problematica causa nell’individuo un forte stato di angoscia, connesso ad uno dei sintomi principali, ovvero la paura di morire e impazzire. Tuttavia, si tratta di sintomi che potrebbero facilmente essere confusi con i sintomi di un’attacco d’ansia. In tal caso, per approfondire le differenze tra gli attacchi di panico e i disturbi d’ansia, ti consigliamo la lettura del nostro articolo di blog dedicato.
Tra gli altri sintomi troviamo:
Quando gli attacchi di panico diventano ricorrenti, si può identificare il Disturbo di Panico. Ma quali sono le caratteristiche e i sintomi dei disturbi di panico per poterli riconoscere? Tra un episodio acuto e l’altro, la persona vive una condizione di preoccupazione persistente per il verificarsi di ulteriori episodi o per i sintomi che l’attacco di panico comporta, come ad esempio la simulazione di un attacco cardiaco. A causa di questo timore, si tende a mettere in atto comportamenti più o meno funzionali per evitare la sintomatologia acuta, come ad esempio evitare di uscire, di trovarsi tra la folla, di fare esercizio fisico e così via, abbassando notevolmente la qualità della vita.
Attualmente, si stima che il Disturbo di Panico interessi circa l’1,7% della popolazione mondiale (de Jonge et al., 2016).
Nel linguaggio comune si utilizza spesso il termine “depressione” o “essere depresso” per indicare il sentirsi giù di morale, ma la Depressione è una condizione molto più complessa e la sua diagnosi richiede la presenza di un pattern di sintomi ed un lasso temporale specifico in cui essi si dispiegano. Secondo il DSM-5, infatti, il Disturbo Depressivo Maggiore può essere identificato qualora la persona manifesti un umore depresso o la perdita di interesse e di piacere verso attività che prima ne procuravano per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, per almeno due settimane. Negli adolescenti e nei bambini con Depressione, l’umore potrebbe apparire più scontroso e irascibile che depresso (DSM-5) e portare in alcuni casi a manifestare alcuni sintomi della fobia scolare.
Oltre alla difficoltà di ricercare e trovare stimoli e all’umore tendenzialmente basso o irritabile, il Disturbo Depressivo Maggiore ha effetti incisivi anche su altri aspetti. Infatti, tra i principali sintomi della depressione possiamo trovare:
Nonostante la Depressione sia una delle patologie più invalidanti, risulta ancora difficile un’identificazione precisa delle sue cause, essendo un fenomeno complesso e multifattoriale.
I fattori di rischio che possono contribuire all’esordio di un episodio depressivo maggiore sono:
Nonostante spesso il disturbo di ansia generalizzato e la depressione possano presentarsi insieme ed avere alcuni sintomi in comune, come ad esempio problematiche relative al sonno, agitazione, irritabilità, faticabilità, ansia e depressione restano due categorie cliniche ben distinte.
In maniera semplice, potremmo definire l’ansia come l’anticipazione di un pericolo futuro: essa consiste in una risposta emotiva che attiva l’individuo di fronte a situazioni particolarmente minacciose o stressanti. L’Ansia diventa patologica quando le reazioni di ansia sono sproporzionate rispetto all’evento o allo stadio di sviluppo in cui la persona si trova, o quando sono persistenti. I disturbi depressivi invece sono accomunati dalla presenza di umore basso, triste, che è esattamente l’opposto dei livelli di arousal (attivazione fisiologica) legati all’ansia.
Sperimentare un attacco di panico può essere un’esperienza fortemente spaventosa; ancor di più lo è soffrire di un Disturbo di Panico, sia per l’irruenza dei sintomi psicologici e fisiologici esperiti, che per tutti i comportamenti che il soggetto è chiamato a mettere in atto al fine di evitare nuovi episodi acuti. La qualità della vita ed il livello di benessere psico-fisico vengono così fortemente intaccati e le emozioni di paura e disagio possono divenire talmente logoranti da ingenerare uno stato di sconforto ed abbassare notevolmente i livelli dell’umore.
Secondo alcuni studi, la presenza di Disturbi d’Ansia, in particolare episodi di attacchi di panico che comportano la paura di morire, in persone che hanno una diagnosi pregressa di depressione, aumenterebbe la probabilità che si commetta suicidio (Yaseen et al., 2012).
Data la portata invalidante dei sintomi connessi a queste patologie, quando ci si rende conto di vivere le condizioni tipiche di ansia e depressione è fondamentale la richiesta di un sostegno. Quanto prima si riesce ad agire, tanto più velocemente è possibile avviarsi verso un recupero globale ed efficace.
Se non vengono riconosciute, le conseguenze a lungo termine possono inficiare i livelli lavorativi, affettivi, sentimentali, finanche la gestione della vita quotidiana, conducendo ad una cronicizzazione della problematica.
Date le pesanti conseguenze per chi soffre prolungatamente di depressione e attacchi di panico è bene comprendere quali siano i rimedi per curare l’ansia e la depressione. A tal proposito, esistono due rimedi principali:
Come accennato, esistono farmaci per attacchi di panico e depressione che permettono al paziente di sopperire i sintomi e le conseguenze, oltre a rappresentare un sostegno fondamentale per la cura dei due disturbi. Infatti, per chi soffre di depressione, ansia e attacchi di panico l’utilizzo dei farmaci rappresenta uno dei percorsi di cura più utilizzati in quanto vanno ad agire su possibili scompensi di natura organica.
La semplice assunzione di farmaci, però, non si è dimostrata sufficiente a combattere queste problematiche. Le ricerche di letteratura e la pratica clinica hanno dimostrato una comprovata efficacia nella combinazione di un intervento di tipo farmacologico assieme ad un percorso di psicoterapia, in particolare quella di tipo cognitivo-comportamentale. Una terapia di questo tipo permette al soggetto di ristrutturare i pensieri che mantengono il sintomo, le interpretazioni disfunzionali attribuite alla realtà, le ruminazioni, la preoccupazione anticipatoria eccessiva; un percorso psicologico aiuta anche l’emergere di strategie, risorse, capacità del singolo che spesso vengono nascoste dalla sofferenza legata alle patologie in questione.