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La dipendenza da chat, o dipendenza da relazioni virtuali, nota anche nella sua accezione anglosassone di Cyber-Relational Addiction, o cybersex, indica un pattern disfunzionale di instaurazione di rapporti interpersonali unicamente attraverso il canale virtuale, ovvero tramite chat rooms, social network e app appositamente create come nel caso della dipendenza da WhatsApp.
Occorre non commettere l’errore di imputare l’aspetto problematico al mero utilizzo dei social, poiché l’aspetto clinicamente rilevante è rappresentato dalla totale (o quasi) sostituzione dei rapporti vis-à-vis con quelli online attraverso chat, tendenza che compromette la possibilità di intraprendere e mantenere relazioni reali. Generalmente, quando si parla di chat virtuali, l’esempio più rappresentativo ed immediato è quello di un suo uso connesso alla sfera sessuale o romantica, ma non è l’unico! Molto spesso chi vive la dipendenza cyber-relazionale, o dipendenza affettiva dai messaggi, tende ad instaurare esclusivamente tramite il canale virtuale anche le relazioni amicali.
Se però, come nel primo caso, il web viene utilizzato per incontri romantici, questo comportamento potrebbe condurre anche a situazioni di adulterio. Uno dei segnali di quest’ultima derivazione delle chat virtuali è quello di voler mantenere l’anonimato, garantito anche dall’utilizzo di nickname. Dietro questo atteggiamento si nasconde però non solo la necessità di essere meno individuabili dai propri partner (o anche semplicemente dai conoscenti), ma anche il bisogno di mostrare un’immagine di sé differente da quella reale, attraverso la costruzione di un alter ego creato ad hoc per presentarsi diversamente da chi si è nella quotidianità, percorrendo una strada alternativa e parallela rispetto alla routine e, più in generale, all’idea di se stessi.
Sono in molti a credere che la dipendenza da chat, o dipendenza da relazioni virtuali, sia un’immediata conseguenza dell’eccessivo utilizzo dei social network. In effetti, i social media e in particolare le piattaforme per incontri virtuali vanno a soddisfare un bisogno primordiale del genere umano che è proprio quello di relazione: l’uomo vive costantemente la necessità di interconnettersi con l’altro e lo strumento digitale rappresenta un canale che con il tempo ha facilitato il soddisfacimento di tale bisogno. Tuttavia, l’aspetto preoccupante nasce nel momento in cui quella online diviene l’unica modalità per relazionarsi con l’altro, ergendosi a surrogato di un rapporto reale.
Occorre qui chiarire una differenza sottile ma sostanziale: conoscere una persona nella vita reale ed utilizzare il canale online per mantenere la relazione tramite l’utilizzo di chat in attesa di incontri successivi è ben diverso dal fondare le radici di un rapporto a partire da una dimensione virtuale, senza possibilità di confronto realistico con l’altro. Non solo il rapporto diviene poco autentico, poiché strutturato su una conoscenza altrui solo parziale, ma la stessa immagine di sé promossa attraverso i social assume un aspetto posticcio.
La relazione reale, al contrario della cyber relation, comporta il mettersi costantemente alla prova, sottoponendosi anche a probabili fallimenti; dal canale digitale, invece, si può “sparire” in qualsiasi momento, non lasciando traccia di sé. L’uso esclusivo delle chat rappresenta la negazione da parte del dipendente da chat sia della possibilità di confrontarsi con una “sconfitta” relazionale, sia dell’opportunità di apprendere competenze relazionali e di sviluppare una conoscenza di sé in relazione all’altro.
Poiché internet coinvolge ormai quasi tutti gli ambiti di vita, da quello lavorativo a quello sentimentale, la ricerca scientifica si è impegnata sempre più nello studio di questo fenomeno, rispetto al suo utilizzo normale e alle possibili declinazioni patologiche e l’insorgenza di dipendenze come quella da chat e la Cyber-Relational Addiction (Cybersex). La dott.ssa Kimberly Young ha sistematizzato una categorizzazione delle nuove dipendenze legate a internet, tra le quali si annovera anche la dipendenza da chat virtuali. Tra queste ritroviamo:
Un ultimo elemento da tenere in considerazione, spesso collegato alle dipendenze appena elencate, sfrutta il punto debole della solitudine di chi trascorre molto tempo online ed è più vulnerabile alla manipolazione da parte di malintenzionati: è il fenomeno dell’Online Romance Scam, che consiste in truffe e raggiri sentimentali virtuali, in cui la vittima, che crede di aver trovato online l’amore, viene circuita con l’unico obiettivo di prelevarle somme di denaro, anche ingenti.
La cyber-relational addiction (cybersex) assume delle caratteristiche peculiari, poiché si struttura a partire da una complicata combinazione tra una dipendenza oggettuale, che in questo caso è rappresentata dallo strumento che permette l’instaurazione ed il mantenimento della relazione virtuale (pc, tablet, smartphone…) e l’evitamento dei rapporti interpersonali reali. La conoscenza intima dell’altra persona e la possibilità di mantenere una relazione sentimentale, sessuale o amicale, diviene fonte di ansia e agitazione, emozioni impossibili da fronteggiare per il dipendente da chat.
Questa forma di addiction va ad impattare fortemente sulla salute psicologica: tra i rischi possibili vi è un marcato senso di ansia e insicurezza quando ci si approccia alle persone “offline”; tutto ciò va a consolidare la bassa autostima ed il senso di solitudine alla base di questo disturbo.
L’energia mentale ed il tempo investiti nelle chat virtuali predominano nell’agenda esistenziale della persona che pensa all’utilizzo delle chat in maniera ossessiva. Un elemento presente in tutte le forme di addiction, e dunque anche nella dipendenza da rapporti virtuali, è il craving, inteso come l’insieme dei comportamenti messi in atto per assicurarsi “la sostanza”, in questo caso un collegamento a internet ed una persona con cui parlare. Per questo motivo spesso questa dipendenza può essere connessa alla nomofobia.
Un altro elemento clinico da tenere in considerazione nella dipendenza da chat è che quella online diviene una vera e propria fuga dalla realtà e non permette di sperimentarsi per superare le difficoltà sociali; è come se il mondo virtuale divenisse una rigida bolla all’interno della quale la persona si sente protetta e all’esterno della quale il mondo è pericoloso.
Avere coscienza dei sintomi della dipendenza da chat online non è semplice in quanto molto spesso il riconoscimento e la presa di consapevolezza di una problematica passano attraverso il confronto con gli altri, con le persone care, parenti ed amici. Nel caso di dipendenza affettiva da chat tale passaggio spesso viene saltato proprio perché chi ne soffre non ne parla apertamente con altri, a causa dell’imbarazzo, della vergogna o della sottovalutazione del problema.
Dunque come si può comprendere se si è dipendenti da chat virtuali?
Diversi sono i sintomi che generalmente vengono contemplati quando si parla di addiction. Poiché le nuove dipendenze, tra cui quelle precedentemente discusse, non sono ancora state sistematizzate dai manuali ufficiali, per l’esemplificazione sintomatologica in questo articolo si farà riferimento alle categorie generali per la dipendenza che si trovano sul Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-V, che ben si possono adattare anche alle dipendenze senza sostanza come la dipendenza cyber-relazionale:
A questi aspetti enucleati dal DSM-V tipici della dipendenza, vale la pena di ricordare che si associano aspetti di evitamento della relazione reale, connessa ad un’eccessiva ansia legata al confronto sociale con l’altro. L’interazione elicita quasi automaticamente una forte paura connessa al rifiuto ed al rischio di essere sottoposti a critiche, aspetti che vengono percepiti come fonte di umiliazione.
Prima di definire la causa della dipendenza da chat online è bene ricordare come internet e l’utilizzo degli smartphone in particolare hanno totalmente rivoluzionato il concetto di distanza spazio-temporale, ma anche affettiva e relazionale. I tempi sono stati compressi all’estremo: basti pensare alla velocità con cui si può intraprendere una relazione online, mentre conoscere una persona dal vivo può essere stancante e frustrante, richiede energie, tempo da investire sull’altro.
Tra i fattori predisponenti alla cyber-relational addiction vi è l’aver precedentemente sofferto di altre problematiche psicologiche, non solo all’interno della sfera delle dipendenze, ma anche ansia, depressione, disturbi alimentari e della gestione degli impulsi, così come disturbi di personalità (Marazziti et al., 2014).
In generale però, chiunque sperimenti un forte senso di solitudine e difficoltà ad interfacciarsi con altre persone potrebbe avere una vulnerabilità momentanea maggiore a vivere questo tipo di dipendenza dai messaggi (Massei et al., 2020), andando ancora una volta a rinforzare la spirale in cui ci si percepisce socialmente inadeguati ed incapaci.
Le conseguenze connesse alla dipendenza da relazioni virtuali, o Cyber-Relational Addiction, possono abbracciare diverse sfere di vita della persona, causando una compromissione della qualità relazionale come nel caso dell’indebolimento delle relazioni sociali a causa del phubbing e, in definitiva, esistenziale, data l’importanza che il nutrimento affettivo riveste per ciascuno.
Anzitutto, poiché l’aspetto di gratificazione principale diviene il relazionarsi solo tramite il canale virtuale, la persona potrebbe tendere all’isolamento ed al ritiro sociale che si individuano al contempo come cause e conseguenze dell’addiction. È per superare l’isolamento che si è spesso mossi a cercare contatti online ma, poiché la paura ed il timore di incontrare dal vivo altre persone, di confrontarsi con aspetti negativi e conflitti relazionali divengono troppo preponderanti, questi vengono sistematicamente evitati, andando ad accrescere le difficoltà sociali già esistenti.
Il rischio che si corre, inoltre, è quello di vivere in un mondo parallelo, in cui i rapporti si basano sull’idealizzazione di sé e dell’altro, e sono dunque fondati su basi inautentiche (Marazziti et al., 2014). Il crollo di questo processo di idealizzazione, causato talvolta dall’incontro reale della persona conosciuta online, può sfociare anche in depressione e disturbi della sfera sessuale (Huanga et al., 2010).
Tra le altre conseguenze comuni a tutta la macroarea delle dipendenze da internet, ritroviamo anche problematiche fisiologiche come un’alterazione nel ritmo sonno-veglia, affaticamento cronico, riduzione dell’efficienza del sistema immunitario, appetito anomalo, mal di testa (Marazziti et al., 2014).
La dipendenza da chat virtuali può comportare, soprattutto nei casi più gravi, grosse disfunzioni nella vita quotidiana, a livello lavorativo, scolastico ma soprattutto familiare, sociale ed emotivo, tali da cercare informazioni e rimedi su come uscire dalla dipendenza da chat. Alcuni rimedi che la persona potrebbe adottare per risolvere la problematica da addiction in autonomia, soprattutto se non è ancora troppo radicata e strutturata, è quella di provare una “disintossicazione” dal cellulare e da internet, i mezzi principali con cui si innesca questo tipo di disturbo. Esistono infatti diverse app che aiutano l’individuo a ridurre il tempo trascorso sullo smartphone, bloccando il cellulare superato un certo limite orario.
Ma, poiché come abbiamo visto, la complessità di questo disturbo non risiede solo nell’aspetto della dipendenza, quanto anche in quello del timore delle relazioni reali, la soluzione più indicata resta quella di un percorso psicoterapico. Evidenze scientifiche hanno mostrato come la terapia cognitivo-comportamentale sembrerebbe essere quella più efficace non solo nella lotta contro la dipendenza, ma anche nella possibilità di sperimentare nuovi pattern relazionali, andando a rimodulare anche la capacità di sperimentarsi nei rapporti vis-à-vis e nella gestione degli affetti ad essi connessi.