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Il disturbo oppositivo provocatorio (DOP) è un disturbo da comportamento dirompente più comunemente diagnosticato durante l’infanzia, caratterizzato da un modello pervasivo e persistente di disobbedienza, sfida e comportamento ostile. I bambini e gli adolescenti con DOP possono avere difficoltà nel controllo temperamentale e sono spesso disobbedienti e provocatori nei confronti degli altri.
Il pattern di condotta messo in atto dal soggetto è caratterizzato da umore irritabile e disregolazione delle emozioni che sfocia in un comportamento sfidante con gli adulti di riferimento e in generale nei confronti delle persone autoritarie. Questo comportamento spesso interrompe il normale funzionamento quotidiano, comprese le relazioni e attività all’interno del contesto scolastico e famigliare e deve essere presente da più di sei mesi.
Quanto è diffuso il Disturbo Oppositivo Provocatorio? Ampi studi su popolazione hanno rilevato che circa il 3,3% dei bambini soddisfa i criteri per il disturbo oppositivo provocatorio così come richiesto dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).
Tuttavia, studi mostrano una notevole variabilità nelle stime di prevalenza a seconda dei criteri diagnostici utilizzata, all’età in cui è stata eseguita la valutazione, con tassi che si aggirano in un range tra l’1 e il 16 %. Nonostante il disturbo oppositivo provocatorio sia più comune nei soggetti di genere maschile, i dati sono incoerenti. Le ragazze, infatti pur mostrando un comportamento aggressivo maggiormente velato in termini verbali piuttosto che fisici, spesso tendono ad escludere gli altri o a diffondere informazioni non veritiere su un altro bambino.
Per questo alcune ricerche propongono l’utilizzo di differenti criteri con le ragazze. Il DOP è maggiormente frequente tra i bambini di basso rango sociale ed è tipicamente diagnosticato nella tarda età prescolare sino all’inizio della scuola elementare con sintomi che insorgono due o tre anni prima. Studi epidemiologici di natura traversale hanno mostrato una prevalenza gradualmente crescente del disturbo positivo provocatorio strettamente associata all’aumento dell’età dei soggetti.
I sintomi del Disturbo Oppositivo Provocatorio sono quasi sempre evidenti all’interno dei contesti domestici; tuttavia, possono manifestarsi anche in ambienti extrafamiliari (scuola, comunità). I bambini con diagnosi di DOP tendono a manifestare la seguente sintomatologia:
Generalmente i bambini con DOP manifestano tali sintomi in presenza di adulti o coetanei familiari anziché dinanzi ad estranei. Questa tendenza potrebbe rendere più complessa la diagnosi di DOP.
Come viene fatta la diagnosi di DOP? Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) il disturbo oppositivo provocatorio rientra all’interno del gruppo diagnostico generale “Disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta”.
Secondo i criteri diagnostici, la caratteristica essenziale del DOP è un modello ricorrente di comportamento provocatorio, disobbediente e ostile nei confronti delle figure autoritarie che persiste per almeno 6 mesi ed è caratterizzato dalla frequente presenza di almeno quattro dei seguenti otto comportamenti:
Il DOP dovrebbe essere considerato un disturbo solo quando i comportamenti sono più frequenti e intensi rispetto ai coetanei non affetti e quando causano disfunzioni in situazioni sociali, accademiche o lavorative.
I criteri diagnostici per il DOP secondo la Decima Revisione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10) sono analoghi a quelli del DSM-5. Nell’ICD-10, il DOP è concepito come una forma lieve di disturbo della condotta (DC) ed è caratterizzato da comportamenti negativi, polemici e provocatori nei confronti delle figure adulte. L’ICD-10 presenta categorie diagnostiche di comorbilità di “DC ipercinetico” (per individui che soddisfano i criteri diagnostici per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività [ADHD] e CD), “DC depressivo” (per individui che soddisfano anche i criteri diagnostici per DC come uno dei disturbi dell’umore) e “disturbi misti della condotta e delle emozioni”.
I comportamenti oppositivi sono frequentemente riscontrabili nei disturbi dell’umore (ad es. disturbo distimico, depressione maggiore o disturbo bipolare).
I disturbi d’ansia e dell’umore possono apparire simili al DOP in quanto spesso entrambi sono una risposta ad un ambiente domestico e/o scolastico instabile. Anche molti bambini con diagnosi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività possono mostrare atteggiamenti di sfida e opposizione, così come una sintomatologia simile al DOP può essere osservata anche in pazienti con disturbi cerebrali organici. Il DSM-5 consente di effettuare una diagnosi differenziale rispetto alle categorie diagnostiche di ADHD, disabilità intellettiva e disturbo della condotta: ADHD e DOP condividono i sintomi comuni dei comportamenti dirompenti.
Tuttavia, i bambini e gli adolescenti che presentano disturbo oppositivo provocatorio tendono ad essere più aggressivi, presentano più sintomi comportamentali negativi e ottengono risultati scolastici inferiori a quelli dei soggetti affetti da ADHD. Questi bambini tendono anche a vivere maggiore disagio nel contesto famigliare e nei rapporti con le figure autoritarie rispetto a bambini con ADHD. IL DOP, inoltre, può essere un precursore del disturbo della condotta. Il DC è un disturbo comportamentale più grave che può sfociare in un comportamento antisociale e distruttivo.
Mentre i comportamenti che caratterizzano un DOP possono iniziare nei primi anni dell’età prescolare, il DC compare di solito quando i bambini sono più grandi. L’aggressività verbale è più comune nei pazienti con DOP, al contrario, l’aggressione fisica grave e protratta è più comunemente associata al DC. Il supporto per diagnosi differenziale si basa principalmente sull’asimmetria evolutiva tra DOP e DC. La ricerca ha suggerito che la maggior parte dei bambini che soddisfano i criteri per DC prima della pubertà avranno anche soddisfatto i criteri per una diagnosi precoce di DOP. Tuttavia, circa il 75% dei bambini che soddisfano i criteri clinici per una diagnosi di DOP non progredisce verso una diagnosi di DC nei successivi 3 anni. Inoltre, vi è un numero significativo di bambini che sviluppano DC durante l’adolescenza senza indicazione di una precedente diagnosi di DOP
Le problematiche di opposizione possono essere valutare in un bambino a partire dai cinque anni di età, sebbene la stragrande maggioranza dei bambini manifesta la sintomatologia in età scolare. I bambini e gli adolescenti con sospetto diagnostico di DOP dovrebbero sottoporsi ad una valutazione approfondita con più informatori (genitori, fratelli, amici, insegnanti, ecc.) e, se possibile, in svariati contesti di vita. Dovrebbe essere eseguita una batteria comprendente anche la somministrazione di test di intelligenza al fine di escludere la presenza di eventuali disturbi dell’apprendimento o disabilità intellettiva. Poiché come precedentemente illustrato il DOP presenta un’elevata comorbidità con l’ADHD e il DC, deve essere valutato qualsiasi disturbo che potrebbe contribuire a comportamenti oppositivi. Sono disponibili diversi strumenti di valutazione e test per l’identificazione del DOP, tra cui:
Non è possibile identificare una causa specifica dell’insorgenza del disturbo oppositivo provocatorio. La maggior parte degli esperti ritiene che esso sia la risultante di una combinazione di fattori biologici, ambientali e sociali (approccio biopsicosociale).
La predisposizione al DOP è accentuata in coloro che hanno una storia familiare positiva (ad es. un genitore affetto) con disturbo da deficit di attenzione/iperattività disturbo della condotta, disturbi dell’umore (come disturbo bipolare e depressione), consumo di alcol o abuso di sostanze.
I fattori biologici esogeni, come l’esposizione a tossine, l’esposizione alla nicotina durante le fasi di gestazione e la carenza di nutrizione e vitamine, sembrano avere effetti deleteri. Alcuni studi hanno evidenziato anomalie nella corteccia prefrontale, alterazioni della funzione neurotrasmettitoriale nei sistemi serotoninergico, noradrenergico e dopaminergico, bassi livelli di cortisolo ed elevati livelli di testosterone.
Qualsiasi compromissione nelle aree cerebrali responsabili delle funzioni superiori, come il giudizio, il ragionamento e il controllo degli impulsi è implicato nel DOP come fattore che contribuisce alla sua patogenesi. Alcune ricerche suggeriscono come i modelli comportamentali riscontrabili nei soggetti con DOP possano essere la conseguenza dello sviluppo di disturbi dell’umore e dello spettro dell’ansia e degli attacchi di panico (abbiamo parlato in questo articolo degli attacchi di panico nei bambini) quale mezzo per far fronte alla realtà esterna. Il temperamento o la disposizione naturale di un bambino, oltre alle differenze osservate nel funzionamento del cervello e dei substrati nervosi secondo una prospettiva neurobiologica, possono anche svolgere un ruolo genetico nello sviluppo del DOP. Si tratta, infatti, di bambini che hanno problematiche di temperamento e sono incapaci di gestire e/o regolare le proprie emozioni in situazioni che non dovrebbero giustificare reazioni così forti.
I teorici dell’attaccamento hanno notato somiglianze tra le manifestazioni comportamentali dell’attaccamento insicuro (di matrice ansioso-evitante) e il DOP. Il comportamento oppositivo è concepito come la risposta ad un genitore non rispondente ai bisogni del bambino. I bambini con DOP sperimentano molteplici fattori di rischio intraindividuali e contestuali che subentrano nell’età infantile e possono condurre alla formazione di una personalità oppositiva in età adulta come manifestazione finale del rischio. Vi è, inoltre, una carenza di elaborazione delle informazioni sociali: i bambini aggressivi sottostimano gli indizi sociali pertinenti, attribuiscono erroneamente l’intento ostile ai coetanei, generano meno soluzioni ai problemi e si aspettano di essere ricompensati per le risposte aggressive. Di conseguenza, sentimenti di abbandono e /o assenza di un genitore così come l’incapacità di instaurare relazioni sociali sane, sono fattori psicologici che possono contribuire al DOP.
Si ritiene che fattori ecologici come la povertà, la mancanza di strutture di supporto e contenimento così come la violenza esercitata nei contesti comunitari contribuiscano alla probabilità di una diagnosi di DOP.
I processi intrafamigliari sono stati costantemente implicati nella patogenesi del comportamento dirompente, in particolare i processi familiari coercitivi, la mancanza di supervisione da parte dei genitori, di coinvolgimento positivo dei genitori, le pratiche disciplinari incoerenti o i veri e propri abusi sui bambini.
In sostanza un ambiente caotico, abusivo o instabile, in termini di incongruenze nella disciplina, può essere implicato nella patogenesi del DOP. Tra i più importanti fattori di rischio sono stati evidenziati la disregolazione delle emozioni dei genitori e pratiche genitoriali dispotiche. La disregolazione emotiva dei genitori è stata definita come difficoltà nell’iniziare, mantenere o modulare l’occorrenza, l’intensità o l’espressione delle emozioni. In particolare, la regolazione emotiva delle madri è stata trovata associata a persistenti problemi di condotta, eccessiva espressione di ostilità dall’età prescolare alla prima età scolare. Inoltre, l’abuso emotivo dei genitori e le punizioni corporali potrebbero essere correlati all’interiorizzazione e all’esternalizzazione dei problemi nei bambini in modi diversi. È stato riscontrato che le punizioni corporali dei genitori sono fortemente associate a comportamenti aggressivi, provocatori e distruttivi del bambino.
È fondamentale che insegnanti e genitori lavorino insieme per supportare i bambini con Disturbo oppositivo provocatorio. L’obiettivo di uno studente con tale disturbo è ottenere e mantenere il controllo anche sulle autorità, infrangendo le regole e provocando e prolungando le discussioni.
La gestione del comportamento sfidante nei confronti degli altri è una delle principali fonti di stress e angoscia per gli insegnanti, a meno che essi non abbiano una comprensione del DOP e delle strategie appropriate da adottare, i comportamenti dirompenti continueranno o aumenteranno, influenzando l’ambiente di apprendimento per gli studenti e l’ambiente di lavoro per gli insegnanti.
La pianificazione e la preparazione sono elementi importanti nell’ideazione di strategie utili a raggiungere risultati di apprendimento positivi. Sebbene un’aula strutturata possa sembrare la soluzione migliore per la maggior parte dei bambini, spesso non è così per quelli con DOP. È necessario, pertanto, promuovere strategie di insegnamento positive e proattive che favoriscano migliori relazioni studente-insegnante, nonché forti relazioni genitore-insegnante. Efficaci strategie di gestione della classe aiutano a prevenire o ridurre i comportamenti dirompenti e facilitano un maggiore interesse per l’apprendimento. Al fine di ridurre il comportamento aggressivo e dirompente è necessario, nel contesto scolastico, promuovere l’empatia e il processo decisionale responsabile incoraggiando gli studenti in gruppo a ignorare il cattivo comportamento e concentrarsi sul buon comportamento dei loro coetanei. Gli insegnanti che praticano il rinforzo positivo e che stimolano alla premiazione del buon comportamento e al non prestare attenzione a condotte dirompenti possono essere capaci di diminuire l’aggressività negli anni successivi. Attraverso il sistema di ricompensa, infatti, gli studenti con DOP hanno maggiore controllo sul loro atteggiamento rispetto a quando vengono applicate sanzioni. Pertanto, gli insegnanti dovrebbero:
Il trattamento per il disturbo oppositivo provocatorio spesso si basa su una combinazione di interventi psicologici, comportamentali e farmacologici, a seconda delle esigenze individuali del paziente. L’obiettivo è quello di aiutare il paziente a gestire i sintomi e migliorare il funzionamento sociale e accademico. Vediamo insieme come intervenire.
Poiché gli interventi psicosociali costituiscono il trattamento primario per i bambini con DOP, gli agenti farmacologici sono generalmente riservati ai casi in cui i comportamenti aggressivi e dirompenti non possono essere gestiti dalle sole modalità di trattamento di cui sopra.
Il trattamento delle comorbilità è fondamentale e dovrebbe essere di primaria considerazione, così come il potenziale carico di effetti collaterali. In caso di grave disregolazione emotiva concomitante o grave aggressività, può essere utilizzato un antipsicotico atipico. Il Risperidone, farmaco antipsicotico di seconda generazione è considerato il trattamento elettivo per il controllo dei comportamenti aggressivi, seguito da Aripiprazolo. Mentre è stato osservato come la Quetiapina nonostante l’alleviamento dei sintomi aggressivi produce molti effetti collaterali che la rende una scelta meno favorevole rispetto ad altri antipsicotici atipici, se l’aggressività continua a non essere gestita, dopo un’accurata valutazione, si può prendere in considerazione l’utilizzo di uno stabilizzatore del tono dell’umore sebbene le prove per l’uso di Litio, Carbamazepina e Lamotrigina non siano solide.
Gli stimolanti, compreso il Metilfenidato (Ritalin), sono consigliati in caso di comorbidità con l’ADHD, così come i non stimolanti quali l’Atomoxetina (Strattera), la Guanfacina (Tenex) e la Clonidina (Catapres). Gli obiettivi terapeutici chiari devono essere identificati prima dell’inizio della terapia farmacologica e gli effetti avversi devono essere discussi con il paziente (se possibile) e i membri della famiglia e valutati regolarmente durante il follow-up. L’uso di agenti farmacologici in ambito acuto dovrebbe essere valutato caso per caso dopo un’attenta considerazione da parte del medico.
Secondo l’American Psychological Association la terapia cognitivo comportamentale (TCC) è una forma di trattamento psicologico efficace per una serie di problematiche psichiche in quanto mira a modificare modelli comportamentali disfunzionali e pensieri negativi. Numerose ricerche suggeriscono che la TCC conduca a un significativo miglioramento del funzionamento e della qualità della vita. In molti studi, la CBT ha dimostrato di essere altrettanto efficace o più efficace di altre forme di terapia psicologica e farmacologica. È stato dimostrato come la formazione sulla gestione della rabbia basata sull’utilizzo della terapia cognitivo-comportamentale (TCC) nei bambini più grandi, così come la formazione sulle capacità di problem solving e l’assunzione di prospettive sono componenti della TCC che possono alleviare i comportamenti aggressivi. Vi sono due particolari programmi DI TCC o CBT che hanno mostrato risultati efficaci, realizzati per gli studenti delle scuole elementari e medie inferiori, quali:
La terapia Cognitivo-Comportamentale, pertanto mira a perseguire diversi obiettivi:
Per molti bambini la sintomatologia del DOP tende a migliorare nel tempo. Studi di follow-up hanno che circa il 67% dei bambini con diagnosi di DOP che hanno ricevuto un trattamento, dopo tre anni non presentavano più sintomi gravi.
Tuttavia, gli studi mostrano anche che circa il 30% dei bambini a cui è stato diagnosticato un DOP svilupperanno in seguito un disturbo della condotta. Inoltre, i bambini in età prescolare affetti da disturbo oppositivo provocatorio hanno maggiori probabilità di presentare condizioni coesistenti, come ADHD, disturbi d’ansia o disturbi dell’umore (depressione o disturbo bipolare) nei successivi anni di vita. In tutte le fasce d’età, circa il 10% dei bambini e degli adolescenti con DOP potrà sviluppare un disturbo di personalità più duraturo, come il disturbo antisociale di personalità. Pertanto, un riconoscimento accurato delle problematiche comportamentali riscontrate assieme ad una diagnosi tempestiva e al conseguente iter trattamentale sono fondamentali per una buona prognosi.