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Il disturbo ossessivo compulsivo da accumulo è un disturbo complesso che presenta manifestazioni sintomatiche diverse da persona a persona. Il DA (disturbo da accumulo o disposobofia) fa parte della macro categoria dei Disturbi Ossessivi Compulsivi ed è caratterizzato da una estrema difficoltà, da parte dell’individuo, di separarsi da oggetti personali, comportamento che si traduce in un accumulo compulsivo ed eccessivo, spesso problematico, di oggetti apparentemente senza valore o anche pericolosi per la propria salute. Può avvenire per una incapacità a gettare gli oggetti o può essere l’esito di un eccesso di acquisti (anche solo di oggetti specifici).
Gli individui affetti da disturbo ossessivo compulsivo da accumulo vengono spesso definiti accumulatori seriali proprio per via della loro mania di accumulare oggetti.
La tipologia di oggetti accumulati varia in base al bisogno della persona: ecco alcuni esempi di individui accumulatori compulsivi:
La frequenza di accaparramento compulsivo di giornali, libri e materiali che contengono articoli ed informazioni è molto più frequente rispetto alle altre modalità di accumulo.
La gravità del disturbo ossessivo compulsivo da accumulo varia di caso in caso: possiamo trovare case invase del tutto dagli oggetti in cui si è strema difficoltà a muoversi nello spazio a disposizione o più semplicemente situazioni di accumulo di specifici oggetti.
Abbiamo visto come cause, manifestazioni e sintomi del disturbo da accumulo possano essere di diverso genere. Andiamo ora ad approfondire l’argomento disposfobia analizzandone sintomi, cause e come curarla.
L’etimologia di disposofobia, il termine tecnico con cui vengono individuati i disturbi di accumulo e il disturbo ossessivo compulsivo da accumulo, è importante per capire cos’è e quali ne sono le manifestazioni.
Disposofobia deriva dalla contrazione del termine inglese “dispose” – che significa buttare, gettare, disfarsi di qualcosa – e il termine greco φόβος, “phóbos” – che significa paura, fobia. Il significato di disposofobia è quindi “paura di buttare”.
Il principale sintomo della disposofobia e di un classico accumulatore seriale di oggetti è il rapporto che egli ha con gli oggetti che reputa personali. Spesso capita a chiunque di conservare oggetti che apparentemente non presentano nessun valore (un biglietto di un concerto, una lettera..) ma che acquistano valore affettivo per colui che lo conserva.
Quello che definisce e i sintomi del Disturbo Ossessivo Compulsivo da Accumulo riguardano l’incapacità di valutare i costi e i benefici dell’accumulo di oggetti. Ad esempio si possono osservare case inagibili a causa di una conservazione estrema di oggetti che, dal punto di vista dell’individuo, potrebbero tornare utili o acquisire valore.
Un accumulatore compulsivo quindi, non riesce a separare comportamenti funzionali tipici di chi conserva per non “sprecare”, per “riciclare” da comportamenti autolesivi e disfunzionali per la propria salute psicofisica.
Questa tipologia di DOC può essere esteso anche all’accumulo di animali da avere in casa. Anche in questo caso, allo stesso modo dell’accumulo di oggetti, le cause e i sintomi sono gli stessi elencati con però un maggior investimento affettivo da parte della persona che vive questa condizione, nei confronti degli animali che possono addirittura sostituire il senso di solitudine che l’individuo sperimenta tanto da “umanizzare” gli animali stessi e perdere di conseguenza la lucidità e il contatto con la realtà. Questo disturbo specifico è spesso osservabile infatti in persone solitarie, che hanno difficoltà nel creare una rete sociale adeguata e funzionale al di fuori della propria abitazione.
La differenzia sostanziale tra una persona DOC da accumulo ed un collezionista è che un collezionista accumula e colleziona un determinato oggetto perché esso ha valore, perché ha un significato storico, affettivo secondo quindi una logica ben precisa.
Un accumulatore invece accumula uno o più oggetti con differenti utilità senza una logica ma con l’idea che lo stesso oggetto possa un giorno tornare utile.
Di conseguenza un collezionista non è sopraffatto fisicamente dagli oggetti che colleziona, poiché appunto il significato che ha l’oggetto non sottende vissuti traumatici, abusi psicologici e sofferenze personali che vengono colmate con la presenza dell’oggetto, come nel caso appunto del DOC da accumulo.
Il collezionista quindi colleziona l’oggetto per passione, l’accumulatore lo fa per necessità, poiché senza quell’oggetto non riuscirebbe a sentirsi rassicurato e protetto.
Non è ancora stata definita una teoria scientificamente approvata che spieghi le cause della disposofobia e della manifestazione del disturbo da accumulo. Dall’osservazione di singoli casi però, si è potuto constatare che le possibili cause del disturbo ossessivo compulsivo da accumulo possono essere:
Quando si parla di difficoltà e disturbi subiti da adulti spesso non si presta attenzione alla risonanza e alle conseguenze che l’espressione di queste difficoltà possa avere sui figli. Nel caso del DOC da accumulo è intuibile quanto possa essere difficoltoso per un figlio condividere il proprio spazio in casa con gli oggetti accumulati dal proprio genitore. La difficoltà può abbracciare varie caratteristiche: dall’aspetto igienico dell’abitazione (soprattutto se a conviverci è un bambino piccolo), a quello relazionale nel caso in cui si tratti di adolescenti che, ad esempio, possono essere costretti ad evitare di passare del tempo con amici all’interno della propria casa per paura del giudizio.
Di conseguenza a lungo andare si possono sviluppare anche difficoltà e problematiche connesse al disturbo del genitore sul figlio stesso che includono problemi personali, relazionali e di preoccupazione nei confronti della propria salute e della salute del proprio genitore.
Può succedere in alcuni casi, che il DOC da accumulo abbia come specchio della medesima sofferenza una situazione estremamente opposta. Ci sono casi in cui le persone che hanno subito alcune difficoltà nella loro vita, simili a quelle elencate in precedenza nelle cause del DOC da accumulo, possono esprimere e mediare la loro sofferenza gettando via oggetti piuttosto che accumulandoli. Anche in questo caso è necessario comprendere se alla base ci siano cause psicologiche che rendono l’attività del gettare disfunzionale per la salute psicofisica della persona, al punto da perdere anche in questa circostanza, la lucidità dell’azione che si sta svolgendo.
Non sono rari i casi di pazienti che mi contattano per trovare un rimedio all’accumulo compulsivo di parenti e familiari. Sono infatti sempre di più le persone che cercano informazioni sul disturbo di accumulo, la disposofobia e come curarla.
Il trattamento più efficace per gestire in modo ottimale un Disturbo Ossessivo Compulsivi da Accumulo è la terapia Cognitivo Comportamentale. La terapia per la disposofobia è solitamente così organizzata.
Se pensi che tu o un tuo caro possa essere un accumulatore seriale, o credi possa essere affetto da disturbo ossessivo compulsivo da accumulo o disposofobia, non esitare a contattarmi.
Nella mia esperienza di psicologo a Torino sono spesso stato contattato da familiari preoccupati per i propri cari che manifestavano una certa mania di accumulare oggetti inutili. In alcuni di questi casi è stata evidente l’insorgenza di un accumulo compulsivo e della presenza di un vero e proprio disturbo da accumulo.
Descrivimi il tuo problema o la tua preoccupazione e cerchiamo assieme una soluzione.
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