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La fobia scolare è un tipo di disturbo che interessa bambini e adolescenti e si manifesta con una difficoltà, da lieve a grave, di frequentare la scuola. Tale disagio si concretizza in una forma di ansia specificamente legata all’ambito scolastico. Essa presenta anche una componente fobica, come lo stesso nome “fobia scolastica” suggerisce: indica dunque la messa in atto di comportamenti di evitamento e repulsione verso la situazione che provoca angoscia, ovvero l’andare a scuola.
Come è facile immaginare, il rifiuto ansioso della scuola, comporta conseguenze incisive non solo sulla carriera scolastica, ma anche sulla socialità dei ragazzi.
La prevalenza stimata di fobia scolastica si attesterebbe attorno al 2% tra bambini e ragazzi in età scolare; tuttavia, alcuni report stimano una diffusione più alta, fino al 5% (Wimmer, 2014).
Tra i soggetti maggiormente colpiti dalla fobia scolare è possibile ritrovare persone particolarmente inibite, timide, o che presentano tratti ansiosi. Ciononostante, l’elemento che più influisce sull’esordio di questo disagio è il momento di vita in cui ci si trova: il rifiuto ansioso della scuola si riscontra proprio nel passaggio da un ordine scolastico ad un altro, come ad esempio dalla scuola primaria alla scuola media. Infatti, il momento di transito può comportare livelli elevati di stress, che possono sfociare in questo disturbo.
Purtroppo, l’insorgenza della fobia scolare è spesso sintomo della comparsa di diversi altri disturbi ad essa associati. Vi è una co-occorrenza di disturbi che possono facilmente presentarsi assieme alla fobia scolastica. Ecco di seguito alcuni esempi:
Come accennato, potrebbe risultare molto difficile stabilire con precisioni quali possano essere state le cause statenanti della fobia scolare. Diversi possono essere infatti i fattori che incidono sul rifiuto ansioso della scuola. Tra le principali cause dell’ansia per la scuola troviamo:
La fobia scolare non è un tipo di disturbo ancora presente sui manuali diagnostici ufficiali; ciononostante, la condivisione dell’esperienza clinica ha permesso di enucleare quelli che sono i sintomi più comuni di questa problematica. Partendo dall’idea che la scuola si configura come un microcosmo, luogo in cui il giovane ha l’opportunità di sperimentarsi in un contesto diverso da quello domestico, essa rappresenta un’esperienza fondamentale per il bambino e l’adolescente. Qui, bambini e ragazzi possono imparare a conoscersi nel rapporto con i doveri, con i compiti da portare a termine, ma anche nella capacità di interagire con i pari e con figure più autoritarie, come ad esempio gli insegnanti.
L’evitamento eccessivo di questa opportunità rappresenta dunque un segnale di disagio. Come fare a riconoscerlo?
Il corteo sintomatologico appena illustrato tende a scomparire in parte (se non del tutto) quando il bambino non deve recarsi a scuola, ad esempio per festività, malattia, o per le vacanze. Si tratta di sintomi che sono in gran parte comuni alla manifestazione dell’ansia ma differenti, anche per intensità, dai sintomi di un attacco di panico nei bambini. Per saperne di più ti consigliamo la lettura del nostro articolo di blog.
La fobia scolare, soprattutto se non trattata in maniera tempestiva, può comportare risvolti psicologici dannosi. Anzitutto, la frequentazione dell’ambito scolastico aiuta sin da subito il processo di maturazione e crescita: l’esclusione graduale da questo contesto non permette al piccolo di far parte di un gruppo, di esercitare le proprie abilità sociali e relazionali, di sostenere situazioni di valutazione.
A lungo andare, il bambino con questa problematica avrà sempre maggiori difficoltà a padroneggiare le proprie emozioni in situazioni che richiedono la gestione dello stress, e può andare incontro anche a problemi legati all’ansia. Il livello di autostima, inoltre, dipende molto anche dalla capacità di fronteggiare e superare le sfide che normalmente la vita impone; non sentirsi in grado di farlo potrà inficiare l’idea che il piccolo ha di sé ed estendersi anche ad altri ambiti futuri, come ad esempio quello lavorativo.
La scuola rappresenta la prima occasione che il bambino ha, subito dopo la famiglia, per conoscere il mondo esterno. Il rifiuto costante di questa esperienza dovrebbe essere oggetto di attenzione da parte dell’intero sistema intorno al piccolo e divenire tema di riflessione per poter identificare una soluzione. Diverse sono le possibilità d’azione:
Quando si decide di rimediare all’ansia scolastica con l’intervento della scuola, una figura rilevante nel processo di identificazione e sostegno del piccolo con questa fobia è quella dello psicologo scolastico. Tale risorsa può essere la prima antenna in grado di captare la presenza di sintomi rivelatori di un disturbo. Anche il contributo degli insegnanti risulta cruciale: nonostante spesso siano sovraccaricati da compiti istituzionali e classi eccessivamente numerose, restano osservatori privilegiati della vita del bambino ed hanno l’occasione di cogliere immediatamente i segnali di disagio.
Una seconda soluzione per guarire dalla fobia scolastica potrebbe riguardare una serie di consigli per i genitori. Infatti, se si intuisce che la fobia scolare possa essere un modo che il bambino mette in atto per richiedere attenzioni emotive ed affettive dal genitore, è importante trovare altri canali per darne. Avere una comunicazione sana, aperta e spontanea con i propri figli può aiutare a comprendere cosa stia accadendo loro, di cosa hanno bisogno e cosa temono. Se ci si rende conto che il proprio figlio mostra difficoltà, anche patologiche, a frequentare la scuola, è importante continuare ad incoraggiarlo e sostenerlo nel suo percorso, senza essere troppo richiedenti.
Infine, quando la frequentazione della scuola pone il minore in una condizione di disagio insopportabile ed il numero di assenze potrebbe pregiudicare il superamento dell’anno, un compromesso potrebbe essere di richiedere una certificazione scolastica per andare incontro alle esigenze ed ai tempi del piccolo ed evitare ulteriori situazioni traumatiche, come una bocciatura.
L’arma vincente per supportare il ragazzo con fobia scolastica resta sempre quella di instaurare una collaborazione sinergica tra gli operatori e i genitori, in modo che ognuno possa contribuire a ristabilire la salute mentale del bambino, comprendendo meglio quali siano gli atteggiamenti, i comportamenti, le soluzioni da mettere in atto per sostenere il piccolo.
Oltre alla necessità di una compartecipazione delle diverse figure che ruotano attorno all’universo del piccolo, sarebbe opportuno pensare all’intervento di un esperto della salute mentale per aiutarlo ad elaborare i vissuti angoscianti connessi al mondo scolastico.
Nel panorama delle possibili soluzioni, intraprendere una psicoterapia cognitivo-comportamentale può sostenere lo studente nel suo percorso scolastico, aiutandolo ad identificare con chiarezza le cause reali del proprio disagio. A partire da queste basi, è possibile apprendere strategie efficaci a superare le proprie paure e procedere serenamente nel proprio percorso evolutivo.