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La disfunzione erettile, anche chiamata impotenza psicologica, è un disturbo caratterizzato dall’incapacità, da parte dell’individuo, di raggiungere e mantenere l’erezione per l’arco di tempo dello scambio sessuale con il partner. Una della caratteristiche che possono accertare la diagnosi è che l’uomo deve aver provato per almeno sei mesi una disfunzione erettile che comprometta la sua attività sessuale in generale o in specifiche situazioni con specifici partner.
All’interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV) la disfunzione erettile deve avere le seguenti caratteristiche, presenti in tutti o quasi tutti i rapporti sessuali (75%-100%):
In tutti i casi, la diagnosi può essere presa in considerazione se la persona che soffre di difficoltà erettile vive la problematica per almeno sei mesi consecutivi, con differenti o lo stesso partner, in differenti o meno situazioni.
La disfunzione erettile è caratterizzata principalmente da cause di natura organica, ma allo stesso modo anche la psiche della persona gioca un ruolo importante nella sua manifestazione sintomatologica. Questo perché la definizione che oggi viene affidata all’essere umano di sesso maschile sottende la necessità di avere accanto un uomo capace di provocare piacere, prestante, forte e possente, con una accurata ed evidente mascolinità e forza. Questo messaggio, implicito ed esplicito, non fa altro che aumentare sia l’ansia da prestazione dell’uomo, sia la necessità, deleteria, di dimostrare la propria virilità principalmente attraverso la sfera erotica. Il sesso in questo modo non risulta più uno scambio di piaceri fisici e sensoriali con l’altra persona, di conseguenza non è più una manifestazione di piacere leggero e scevro da condizionamenti mentali, di pensiero e ragionamento, e assume un significato performante e quindi quanto più lontano possibile dalla sua manifestazione libera e di godimento. La performance condizionerà inevitabilmente il vissuto dell’individuo che inizierà a pensare più alle capacità fisiche e prestanti che al suo desiderio, alle sue fantasie e allo scambio di piacere con l’altro.
Una delle caratteristiche più importanti da valutare nella diagnosi della disfunzione erettile è la presenza e il livello di autostima dell’individuo. Avere una bassa autostima, poca fiducia in se stessi, un abbassamento della percezione di virilità può condizionare la manifestazione del disturbo. Oltre a questo, è necessario che siano osservabili e considerati nell’analisi della diagnosi, cinque fattori fondamentali:
Oltre a questi fattori, anche una osservazione di una erezione adeguata durante la fase di sonno REM sottolineerebbe una caratterizzazione della problematica di tipo psicologico.
La prevalenza della disfunzione erettile non è ancora del tutto conosciuta nel nostro panorama. Si stima che circa il 13/21% di uomini in età compresa tra 40 e 80 anni lamenti problemi di erezione che possono essere periodici o occasionali. Il 2% di uomini in età compresa tra 40 e 50 anni, invece, lamenta frequenti problemi di erezione e il 40/50% di uomini con una età superiore ai 60 anni può lamentare di problemi di erezione significativi. Infine, l’8% di uomini ha raccontato di aver avuto difficoltà di erezione durante l’atto della penetrazione.
Le cause organiche alla base di una diagnosi di disfunzione erettile possono essere diverse. La prima fra tutte ci può essere una neuropatia periferica, che può essere diagnosticata attraverso esami del nervo pudendo. Un’altra possibile causa può riguardare il funzionamento tiroideo e quindi in correlazione anche l’analisi della concentrazione ematica del testosterone libero o biodisponibile per determinare se la difficoltà è secondaria a fattori endocrini. Un altro aspetto da non sottovalutare è la possibilità che ci sia un inizio di diabete mellito e anche la valutazione di lipidi (grassi) ematici che possano manifestare in futuro anche una possibile malattia coronaria in uomini al di sopra dei 40 anni.
Le cause psicologiche alla base della manifestazione dell’impotenza possono essere elencate quanto segue:
Lo stress gioca un ruolo fondamentale nell’attivazione della erezione, poiché seppur il pene sia un organo differente dalla vulva da un punto di vista di fisiologia erettiva, lo stress può comportare inevitabilmente una diminuzione di rilassamento o una concentrazione da parte dell’individuo su elementi stressogeni che non lasciano spazio alla condivisione e al vissuto di piacere dell’erezione e dello scambio sessuale;
Allo stesso modo dello stress, anche l’ansia gioca un ruolo fondamentale dettato dal fatto che in un periodo di ansia, inevitabilmente l’organismo impiega le sue energie per gestire, governare, modulare i livelli di ormoni dello stress nell’organismo e inevitabilmente devia sia l’attenzione che la prestanza da impiegare nella erezione;
Uno dei fattori più influenti della depressione è la perdita di interesse per le normali attività quotidiane e che definiscono un essere umano. Una fra tutte è l’attività sessuale, che diventa un elemento non interessante e poco importante per via dell’abbassamento del tono dell’umore e di conseguenza, dei pensieri oscuri e tristi che l’individuo purtroppo si ritrova ad avere;
Anche i problemi di coppia incidono nella prestanza erettiva dell’uomo. Le cause possono essere molteplici: i litigi che comportano una diminuzione di desiderio sessuale, la mancanza di comunicazione intima con il partner, difficoltà di tipo relazionale che sfociano in ambiguità di ruoli e quindi allontanamento dall’area erotica importante per la definizione della coppia;
A differenza dell’ansia generalizzata, quella da prestazione è caratterizzata proprio dalla paura di non poter raggiungere l’erezione, di non riuscire a soddisfare il proprio partner o di non mantenere l’erezione attiva per il tempo necessario all’utilizzo del preservativo, causando una vera e propria ansia da preservativo. Questa paura sviluppa uno stato di ansia che diventa esso stesso la causa della mancata erezione e che inevitabilmente porta l’individuo ad entrare in un circolo vizioso di pensiero ansioso che sviluppa una mancata erezione;
Nonostante non se ne parli molto, anche la dipendenza da pornografia può contribuire nella manifestazione della inibizione per due aspetti importanti: prima di tutto perché la pornografia propone un vissuto erotico non autentico e performante in termini di durata, dimensioni, caratteristiche anche fisiologiche del pene. Questa performance inibisce chi fa uso di pornografia perché lo porta a pensare di non essere all’altezza e di conseguenza comporta una serie di comportamenti atti a manifestare per sé e per il partner atteggiamenti performanti che escludono l’aspetto piacevole dell’erotismo, compromettendo quindi l’erezione. In secondo luogo, se la pornografia viene vista continuamente e spesso in solitudine, questa allontana l’individuo dalla capacità, e dal piacere, do condivisione della sua sfera erotica con un partner di giochi e di conseguenza lo pone nella posizione di non sapere come comportarsi, di non avere una erezione durante uno scambio con l’altro;
Una immagine di sé negativa e sottostimante ed una difficoltà di osservarsi come capaci, riconoscendosi qualità e limiti allo stesso modo, comporta inevitabilmente una difficoltà di espressione di piacere anche da un punto di vista fisiologico che può incorrere nella disfunzione erettile. Anche il senso di colpa (per essere e sentirsi inadeguato, per un atteggiamento sbagliato nei confronti di se stesso e/o del partner e così via) possono incidere sulla erezione;
I traumi emotivi, che sono soggettivi e quindi significativi per ogni singolo individuo, possono compromettere il normale funzionamento dell’erezione e quindi la qualità della erezione e del piacere sessuale. I traumi sono di diversa natura (lutto, trasloco, perdita di lavoro, abusi durante l’infanzia e in età adulta, perdita del partner, fine di una relazione) e tutti possono incorrere nella manifestazione della disfunzione.
Purtroppo è difficile tutt’oggi, nell’immaginario attuale fatto di stereotipi e manifestazioni di virilità e di mascolinità tossica, sentirsi liberi di affrontare un problema di disfunzione erettile. Questa difficoltà però comporta, se non adeguatamente valutata e curata, un possibile inizio di crisi di coppia, quando si tratta di persone che vivono una relazione, poiché prima di tutto spesso l’uomo nega, nasconde o non si concede la possibilità né di approfondire la problematica che presenta, né di parlarne ed aprirsi con il proprio partner. Questa omertà può comportare una non consapevolezza da parte dell’altra metà di ciò che sta succedendo e un inizio di incomprensioni comunicative che possono sfociare in fantasie da parte dell’altro riguardo la perdita di interesse sessuale dell’individuo nei suoi confronti, di possibili tradimenti, di perdita di affetto e amore. Queste incomprensioni possono incidere ancora più nella disfunzione erettile, facendo sentire chi la sperimenta in colpa per il partner che non sa e interpreta e comunque non pronto per discuterne e/o essere accolto dall’altro. In questi casi invece, è utilissimo l’aiuto del partner sia per sentirsi meno soli nell’affrontare il problema, sia per avere una risposta in termini affettivi e di adeguatezza che può solo migliorare la condizione psicologica deturpata dalla disfunzione.
I rimedi e la cura per disfunzione erettile possono essere classificati in due modalità:
Uno degli approcci psicologici con il più alto numero di risultati terapeutici è la terapia cognitivo comportamentale, che si occupa di lavorare sulle emozioni alla base della difficoltà dell’erezione, approfondendo le possibili cause di natura emotiva, le conseguenze, l’esordio e i fattori di rischio e, successivamente, fornendo alla persona strumenti, esercizi e compiti che lo possano aiutare a ridurre il sintomo e ad aumentare quindi il suo benessere al fine di migliorare la sua qualità di vita.