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L’ipersessualità o dipendenza sessuale appartiene alla macro famiglia delle cosiddette “dipendenze comportamentali”, che riguarda una classe di comportamenti dai quali il soggetto è completamente dipendente e per i quali la persona nutre una estrema necessità di soddisfacimento imminente, che può sfociare in comportamenti problematici. Altre dipendenze di questa famiglia sono: il gioco d’azzardo, le droghe, la caffeina, lo shopping compulsivo, il cibo, l’alcol.
La dipendenza sessuale è caratterizzata da un impulso dipendente, disregolato e compulsivo nei confronti del sesso. La persona che ne soffre presenta pensieri ricorrenti riguardo il sesso, fantasie erotiche e atteggiamenti promiscui tali che sono presenti per la maggior parte della giornata incidendo su tutte le normali funzioni di vita dell’individuo.
La dipendenza sessuale ha come sua manifestazione principale le stesse caratteristiche di una dipendenza definita in precedenza. Come nella dipendenza da alcol, la persona sente l’impulso irrefrenabile di ricercare e abusare della sostanza in differenti momenti della giornata, senza che ci sia un ordine preciso ma con il bisogno impellente di soddisfare una sensazione coinvolgente ed incontrollabile da parte della persona, così nella ipersessualità la persona presenza la stessa sensazione trascinante che viene definita in psicologia craving.
Il craving è il bisogno intenso di possedere l’oggetto della dipendenza. In conseguenza al craving, vi è poi l’assuefazione, un’altra condizione tipica di chi soffre di dipendenza che consiste nel abituarsi alla quantità e agli effetti immediati della “sostanza”, in questo caso dell’atto sessuale, e quindi volerne sempre di più. Per questo motivo la persona con dipendenza sessuale sente la necessità di aumentare sempre più l’attività di masturbazione, di penetrazione, di comportamento sessuale in generale, per poter soddisfare se stesso e quindi raggiungere l’effetto di benessere che si cerca.
La dipendenza nasce nel momento in cui l’individuo trova beneficio, piacevolezza e benessere quotidiano solo e solo se fa uso dell’oggetto di dipendenza. Di conseguenza inizia a non poterne fare più a meno e allo stesso tempo, se è costretto a doverne fare a meno va in contro a quella che viene chiamata astinenza, con tutta una serie di sintomi fisici quali malessere psicolgico, ansia, depressione, angoscia che, dal suo punto di vista, possono ridursi solo riutilizzando l’oggetto della dipendenza, il sesso.
I sintomi cognitivi della dipendenza sessuale, correlati sempre in parallelo a quelli fisiologici e psicologico/emotivi, sono diversi e possono essere elencati quanto segue.
Troviamo:
Come riconoscere l’ipersessualità? Tutt’oggi l’ipersessualità non è ancora presente nei Manuali diagnostici e statistici che vengono utilizzati per effettuare una diagnosi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’attesa di essere inserito come disturbo in uno dei manuali, ha identificato di criteri che possono essere utili nell’effettuare la diagnosi:
Il test più utilizzato per diagnosticare la possibilità di una dipendenza sessuale è il Sexual Addiction Screening Test (SAST). Il questionario, redatto dal Dr. Carnes, direttore del Sexual Disorder Service all’Istituto Meadows in Arizona (USA) permette di distinguere le persone che hanno atteggiamenti deviati nei confronti dell’attività sessuale, da persone che invece presentano caratteristiche definibili come “normali”. Si struttura in 25 items a risposta diconotomica sì/no.
Come riconoscere l’ipersessualità? È indispensabile sottolineare che l’attività sessuale non è un problema e non è un sintomo di malessere/disturbo. Spesso si confonde la dipendenza sessuale con la normale attività sessuale che è indispensabile per l’essere umano, perché è un istinto al pari dell’istinto di sopravvivenza. Chi ha un desiderio sessuale alto ma che governa e dal quale non si lascia sopraffare, non ha nessun motivo di pensare di avere una dipendenza da esso.
La differenza fondamentale tra una dipendenza dal sesso e il puro piacere di fare sesso è la capacità di mantenere il controllo sull’azione sessuale, di riuscire a non effettuarla se non ci sono le possibilità e di non sentirsi in astinenza se non si può praticare in quel momento esatto. La persona dipendente sessualmente invece, ha completamente perso il controllo del suo impulso e delle sue fantasie e si ritrova in un vortice di desiderio compulsivo, quindi disfunzionale, impossibile da gestire. L’impossibilità risiede quindi nella totale incapacità di scegliere e governare i propri impulsi. Inoltre, anche se presenta sintomi simili, non è da confondere con la dipendenza da pornografia.
Nella nomenclatura delle cause alla base della manifestazione del disturbo da dipendenza sessuale è utile parlare di fattori di rischio, più che di vere e proprie cause, di fattori cioè che hanno inciso sulla personalità dell’individuo tanto da far sì che si manifestasse il disturbo.
Tra questi, i più importanti da citare sono:
Come definito in precedenza, si possono riscontrare delle comorbidità con la dipendenza sessuale e altri disturbi psicologici. Ad esempio, tra i più comuni, la presenza di altre problematiche psicologiche come ansia, depressione, altre dipendenze come quelle citate in precedenza possono dar vita ad una dipendenza sessuale o possono manifestarsi contemporaneamente durante il vissuto del disturbo.
L’incidenza della dipendenza sessuale nel panorama italiano è stata valutata dal dott. Willy Pasini attraverso alcune ricerche condotte nei primi anni 2000.
La descrizione fornita dai dal ricercatore prevede che in Italia circa il 6% della popolazione maschile manifesta una dipendenza sessuale. L’uomo che manifesta il disturbo è, tendenzialmente, osservabile in una età compresa tra i 20 e i 40 anni, con un buon livello socio-culturale, a volte coniugato e che necessità di mostrare una immagine di sé socialmente forte, adeguata e vincente.
La popolazione femminile invece ha una incidenza del 2% e, a differenza dell’uomo, in queste circostanze si è osservato che la manifestazione del disturbo si ha in chiave diversa, attraverso ad esempio attività sessuali con sconosciuti e attraverso forme di voyeurismo.
La dipendenza dal sesso ha sempre avuto una particolare attenzione e ha sempre attratto l’essere umano, fin dai tempi antichi. Prima di chiamarsi dipendenza gli antichi greci la definivano satiriasi per l’uomo e ninfomania per la donna. La nomenclatura si riferiva, nel caso dell’ipersessualità nelle donne, alle ninfee, donne bellissime che utilizzavano la seduzione per soddisfare i loro impulsi sessuali.
Le ninfee venivano spesso violentate o maltrattate sessualmente dai satiri, uomini che assumevano sembianze animali (come cavalli o capre) che abusavano in modo violento di queste ninfee che avevano il dono di trasmettere, come le sirene, tanto piacere al pari della morte. Da qui sono nati i sostantivi citati in precedenza, che servivano maggiormente a descrivere impulsi sessuali che ad oggi possono diventare patologici se impossibili da governare.
L’ipersessualità maschile, detta satiriasi, si manifesta con un’incremento dell’attività sessuale per frequenza ed intensità dovuta ad un aumento irrefrenabile degli impulsi sessuali. Assume tratti patologici e di disturbo psicologi o e comportamentale quando i sintomi presentano una completa mancanza di inibizioni e dal pensiero ossessivo e morboso di avere rapporti sessuali. In alcuni casi, la dipendenza sessuale deriva da una condizione di ansia, a cui l’individuo affetto da ipersessualità maschile o satiriasi cerca di porre rimedio mediante l’atto sessuale. I sintomi principali della satiriasi sono l’autoerotismo e la masturbazione compulsiva, ma anche esibizionismo e voyeurismo.
La ninfomania, l’ipersessualità femminile, si manifesta con un aumento dell’attività sessuale a seguito di un’accentuato ed irrefrenabile impulso e desiderio sessuale. Nei casi più gravi di dipendenza sessuale nella donna, l’atto sessuale viene usato come mezzo per placare l’ansia o per evitare relazioni stabili (può essere una conseguenza della filofobia), al pari dell’alcool o di sostanze stupefacenti. Come nell’uomo, nella donna, l’ipersessualità tende a manifestarsi anche con un autoerotismo compulsivo; nei casi più gravi i sintomi possono essere manifestazioni anche di nevrosi ossessiva o sindromi maniacali. È bne ricordare che i sintomi dell’ipersessualità nella donna e nelìuomo non sono sempre uguali, ma spesso sono dipendenti dalla componente psichica e dalla situazione relazionale.
La dipendenza sessuale può manifestarsi anche in età infantile. Si parla di ipersessualità infantile quando i bambini presentano unamaturazione sessuale discordante e quindi ingestibile autonomamente in età precoce. In questo caso i fattori che incidono possono essere diversi: i social media e la disregolazione valoriale che viene fornita, l’educazione trascurante da parte dei genitori, l’ambiente circostante.
Le conseguenze dell’ipersessualità possono essere diverse e spesso negative da diversi punti di vista. Nello specifico:
Una fra tutte è la conseguenza di poter incorrere in malattie sessualmente trasmissibili dettata dalla promiscuità e dalla poca attenzione durante l’atto sessuale che è deviato da una dipendenza sregolata. Ad esempio si può incorrere in malattie veneree, pressione alta, alterazioni del sonno, ulcera.
La dipendenza dal sesso condiziona l’umore e quindi la psiche dell’individuo. Una persona che vive una dipendenza di questo tipo può incorrere in stati di ansia, in sentimenti di inadeguatezza e colpa, in alterazioni dell’umore dovuti sia ai sensi di colpa sia all’astinenza, come una vera e propria dipendenza, che possono sfociare in atteggiamenti aggressivi. Può incorrere anche in difficoltà di tipo cognitivo come concentrazione, attenzione che mancano poichè veicolate tutte nella ricerca disperata dell’atto sessuale.
Anche in questo caso le conseguenze possono essere tante sia da un punto di vista sociale, poiché l’attenzione eccessiva rivolta al cercare appagamento sessuale porta la persona ad isolarsi e a non vivere tutto l’aspetto di socialità normalmente, anche in virtù di un forte senso di inadeguatezza e di impossibilità a livello sociale, di spiegare cosa senta e cosa provi. Allo stesso modo la conseguenza relazionale è alta anche quando si parla di persone dipendenti ma coniugate, che quindi non riescono a gestire l’impulso e possono creare situazioni di promiscuità che compromettono la relazione di coppia.
Anche queste non sono da sottovalutare, poiché la dipendenza può comportare un grande dispendio economico in termini di prostituzione, oggetti sessuali, telefonia erotica, e conseguenze nei confronti di possibili divorzi dovuti alla promiscuità. Anche il lavoro può subire conseguenze negative per quanto concerne la mancanza di attenzione e concentrazione orientate tutte sulla ricerca del sesso.
I disturbi maggiormente associabili alla manifestazione della dipendenza sessuale possono essere tutti gli altri disturbi della sfera della dipendenza, come il gioco d’azzardo, il cibo, lo shopping, le relazioni, l’alcol, la droga, e allo stesso tempo può manifestarsi anche in concomitanza sia di altri disturbi, come il disturbo bipolare o il disturbo borderline di personalità, sia come conseguenza di alcuni farmaci assunti per curare disturbi come il Parkinson, il disturbo bipolare e così via.
Spesso si hanno difficoltà a differenziare la dipendenza sessuale dal disturbo parafilico. I due hanno una differenza sostanziale: l’ipersessualità si manifesta come conseguente dipendenza di ricerca di appagamento e quindi benessere, per questo è una dipendenza come un’assunzione di sostanza. La parafilia si manifesta come possibilità di mettere in atto comportamenti sessualizzati anormali (con bambini, animali, oggetti,…) e solo attraverso questi atteggiamenti l’individuo si procura piacere. La dipendenza sessuale invece non ha manifestazioni anormali o bizzarre, ma è un disturbo perché il sesso diventa l’unico motivo per la persona di provare benessere.
Le persone che presentano una dipendenza sessuale hanno riscontrato risultati elevati di benessere attraverso una cura integrata di diversi aspetti terapeutici che vanno da la psicoterapia individuale, di gruppo e l’utilizzo di farmaci.
La terapia di gruppo è efficace in questi casi proprio perché aiuta le persone ad aprirsi con persone che vivono la loro stessa condizione e che quindi abbassano la percezione di colpa e soprattutto di giudizio negativo nei propri confronti. Anche la motivazione etero indotta tra il gruppo può agevolare la messa in atto di comportamenti alternativi e funzionali a quello di dipendenza.
Una delle psicoterapie più efficaci per il trattamento della ipersessualità è la terapia cognitivo comportamentale. In questo orientamento lo psicologo aiuta la persona a modificare i pensieri dipendenti e quindi le azioni conseguenti, attraverso esercizi svolti insieme e man mano in autonomia finalizzati a perdere la necessità dipendente di soddisfare il proprio umore e benessere attraverso l’atteggiamento disfunzionale.
Anche i farmaci possono aiutare nella cura della dipendenza dal sesso, sempre in correlazione con una psicoterapia e soprattutto sempre prescritti da uno psichiatra di riferimento. É necessario quindi in questi casi consultarsi con il proprio psicologo e capire a quale medico affidarsi per la prescrizione e il dosaggio adatto alla persona che lo richiede.