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Ogni persona si differenzia dagli animali proprio per merito della capacità di pensare. Il pensiero è una caratteristica presente in ogni essere umano e che permette ad esso di funzionare nel mondo.
Ma cosa succede quando il pensiero diventa difficile, se non impossibile, da controllare e fa sentire l’uomo prigioniero di esso?
I pensieri ossessivi, od ossessioni, sono idee disfunzionali e ripetitive che si manifestano contro il volere del diretto interessato e che si riferiscono a preoccupazioni, angosce, ansie disturbanti e involontarie, compromettendo la quotidianità dell’individuo. Sono tipiche del disturbo ossessivo compulsivo e della contaminazione mentale, ma possono presentarsi anche senza la presenza di compulsioni.
I pensieri ossessivi sono disfunzionali perché si alimentano e nutrono senza il volere dell’individuo, che al contrario cerca strategie che possano aiutarlo ad allontanare le ossessioni, fallendo ed entrando in un vortice che presuppone una dinamica di dipendenza dal pensiero stesso. Un esempio lo sono gli individui attratti sessualmente da persone affette da obesità, ossessionati dal piacere che gli provoca il contatto con il loro grasso.
Le cause ascrivibili alla manifestazione di pensieri ossessivi possono essere diverse e riguardare differenti fattori.
Possiamo osservare cause di natura contestuale, come ad esempio un periodo di forte stress subìto dall’individuo che porta la persona a focalizzarsi su pensieri stressogeni e ansiogeni fino a diventare vittima degli stessi pensieri che non riesce più a controllare.
Un’altra possibile causa può essere un vissuto traumatico. Aver sperimentato un trauma di differente intensità e tipologia (una violenza, la perdita del lavoro, un lutto, un trasloco improvviso, un cambiamento nella propria vita) può portare l’individuo a sperimentare uno stato di perenne pensiero caratterizzato dal rimuginìo nei confronti del trauma, comportando quindi una dipendenza dal trauma stesso ed una impossibilità di controllo nei confronti del pensiero ossessivo.
Anche la familiarità gioca un ruolo importante nei confronti della manifestazione dell’ossessione. Familiari e/o genitori con disturbi che presentano ossessioni e pensieri ossessivi, come il Disturbo Ossessivo Compulsivo, il DOC di personalità, i disturbi del comportamento alimentare, le fobie, possono far sì che l’individuo apprenda come modalità comportamentale e di funzionamento, quella caratterizzata da pensieri ossessivi che non si possono controllare e quindi ridurre.
Le ossessioni possono essere caratterizzata da diverse tipologie e differenti manifestazioni. Le più comuni sono:
Leggi il nostro articolo sulla dipendenza da sexting dove trattiamo i possibili sintomi e cause di questa ossessione.
Molto spesso le ossessioni possono essere confuse con altre istanze simili e con simile manifestazione. Per questo motivo è utile specificare le differenze.
la differenza sostanziale tra il pensiero ruminativo e l’ossessione è ascrivibile al tempo.
La ruminazione si manifesta nei confronti di un evento, idea, azione, pensiero già accaduto e quindi passato. L’ossessione invece, si manifesta nei confronti di azioni, pensieri, idee presenti o che accadranno nel futuro.
La ruminazione poi, a differenza delle ossessioni, è un processo maggiormente controllato dall’individuo che si rende conto di star rimuginando ma che sente di averne bisogno per placare lo stato di ansia. L’ossessione invece è un processo involontario e non controllato dall’individuo, rendendo quest’ultimo prigioniero del pensiero ossessivo.
A differenza della ruminazione e del pensiero ossessivo, il rimuginio è caratterizzato dalla propensione a pensare molto e in modo ripetitivo ad un possibile evento per cercare di controllare tutte le possibili manifestazioni improvvise collegate a quel determinato evento.
Alla base del rimuginio vi è il bisogno di controllare le situazioni esterne poiché la mancanza di controllo di esse procura ansia nell’individuo. Nelle ossessioni invece il pensiero ossessivo non è finalizzato al controllo di una determinata situazione e soprattutto non è volontario come nel caso del rimuginio.
Molto spesso si tende a confondere i pensieri ossessivi con le fissazioni, quando in realtà si tratta di due tipi di pensiero diversi. Le fissazioni sono pensieri ripetitivi che si presentano nella mente dell’individuo, immagini, idee, oggetti o situazioni a cui però l’individuo pensa con piacere e volontarietà. Gli hobby, gli interessi, le passioni, anche momentanee a cui l’individuo pensa con assiduità sono da considerarsi fissazioni fintanto che non influenzano negativamente il proseguimento quotidiano della vita dell’individuo, intaccandone le attività e diventando intrusive e spiacevoli.
Il disturbo ossessivo compulsivo, che appartiene alla categoria di DOC nel Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali, ha come caratteristica principale la manifestazione improvvisa di ossessioni nei confronti di differenti oggetti/situazioni.
Nel caso del DOC le ossessioni sono pensieri intrusivi e disturbanti che intaccano il benessere quotidiano dell’individuo che è costretto s con-vivere con le ossessioni per tutto l’arco della giornata, senza riuscire a controllarle e ridurle. Per questo motivo la persona con ossessioni mette in atto comportamenti, azioni strategiche mirate a ridurre lo stato di allerta vissuto a causa delle ossessioni (consulta anche l’articolo sulle ossessioni pure nel DOC). Questi comportamenti vengono chiamati compulsioni, e sono azioni ripetitive e stereotipate che immediatamente placato lo stato di ansia dell’individuo ma a lungo termine provocano una reazione a catena tra ossessioni e messa in atto di compulsioni per mediare l’ansia data dalle ossessioni, senza fine e anzi deleteria per l’individuo. Ne parlo in modo approfondito nella pagina dedicata al trattamento del DOC.
Le ossessioni possono essere uno dei sintomi caratterizzanti di differenti disturbi.
Possiamo ad esempio, osservare pensieri ossessivi nei disturbi d’ansia e nelle varie classificazioni di essi. L’ansia è una istanza legata all’ossessione e di conseguenza persone soggette ad un disturbo d’ansia possono incorrere in pensieri ossessivi e disturbanti, con impossibilità di controllare questi ultimi.
Un altro disturbo che può presentare le ossessioni è la fobia. Le fobie sono paure irragionevoli nei confronti di un oggetto, una situazione, un essere vivente che procurano ansia e difficoltà di gestione della paura stessa che diventa una vera e propria ossessione soprattutto se l’individuo si ritrova a doversi relazionare con l’oggetto fobico.
L’ossessione e il pensiero ossessivo possono essere presenti anche in disturbi del comportamento alimentare. In questo caso l’individuo si ritrova a dover sottostare a regole rigide e personali nei confronti del cibo e della misurazione di esso, attivando così un pensiero ossessivo nei confronti del cibo e del peso che compromette e fagocita tutta la quotidianità della persona.
A causa della difficoltà di gestione e riduzione dell’ossessione da parte del diretto interessato, risulta necessario e sicuramente utile farsi aiutare da un esperto che possa comprendere il disagio della persona con pensieri ossessivi e aiutarlo a liberarsene.
Uno degli approcci della psicologia più indicati per il trattamento dei pensieri ossessivi e la Terapia Cognitivo Comportamentale.
Il trattamento si struttura attraverso una fase iniziale di conoscenza, in cui il terapeuta raccoglie informazioni riguardo la vita dell’individuo, la manifestazione delle ossessioni, le possibili cause e le conseguenze alla base delle ossessioni.
Successivamente lo psicologo metterà in atto strategie e compiti affidati al diretto interessato finalizzati a mediare in modo strategicamente ottimale le ossessioni e quindi a ridurle nel tempo facendo sì che il soggetto impari a governarle da solo.
L’obiettivo finale sarà quindi il miglioramento dello stato di salute dell’individuo e della sua qualità di vita.
Puoi approfondire le specifiche della TCC nell’articolo sulle tecniche di terapia cognitivo-comportamentale.