Persona affetta da sleep sex
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Coppia che dorme insieme
La sexsomnia, conosciuta anche come sleep sex, è una condizione medica definita recentemente che indica un disturbo del sonno complesso, caratterizzato dall’attivazione di azioni sessuali, come la masturbazione nel sonno, mentre il protagonista dorme e quindi messi in atto inconsapevolmente.
Il soggetto che agisce il comportamento sessuale è totalmente inconsapevole di ciò che sta facendo, poiché l’atteggiamento si manifesta durante la fase non-REM, cioè nella fase del sonno molto profonda. Nonostante l’inconsapevolezza, i suoi atteggiamenti sono coerenti con un vero e proprio atto sessuale che non è regolato dal protagonista, poiché non è “deciso” ma “subìto”.
La sexsomnia appartiene alla famiglia delle parasonnie sessuali, disturbi del sonno che si definiscono attraverso atteggiamenti bizzarri e non adeguati principalmente di natura organica e fisiologica, che si presentano in differenti fasi del ciclo sonno-veglia.
Le caratteristiche che li definiscono possono includere movimenti, percezioni, sogni, espressioni emotive verbali e/o comportamentali che l’individuo mette in atto durante il sonno e quindi senza che ci sia una reale intenzione, nonostante la modalità di messa in atto spesso abbia caratteristiche che sembrano finalizzate ad uno scopo ben preciso espressivo e/o comportamentale.
Le caratteristiche del sonnambulismo sessuale possono essere specifiche da persona a persona ed includere diversi atteggiamenti più o meno espliciti come raptus sessuali notturni.
In generale, i sintomi più comuni e osservabili non comprendono solo il fare sesso nel sonno, ma possono essere classificati come segue:
È indispensabile sottolineare che la persona non è consapevole dell’azione che sta agendo e quindi al suo risveglio sarà colpito da una forma di amnesia che lo porterà a non ricorderà nulla di ciò che ha provato a fare; questo tratto è importante per dstinguere la sexsomnia da altri disturbi legati all’attività sessuale come la masturbazione compulsiva o l’ipersessualità.
Ragazza che soffre di sexsomnia
Per poter diagnosticare una parasonnia, in particolare la sexsomnia, è necessario avviare un ciclo di esami fisiologico e neurologici che possano escludere prima di tutto comorbidità (altre patologie) come, ad esempio, attacchi epilettici o disturbi a livello nervoso.
Per poter effettuare queste discriminazioni è possibile avviare:
I risultati emersi verranno analizzato da un professionista esperto in disturbi del sonno che potrà definire la diagnosi dell’individuo.
La sexsomnia entra a far parte dei disturbi del sonno nel 2014. Prima sono state effettuate diverse ricerche che hanno contribuito alla definizione del disturbo.
Ad esempio, nel 2003 il direttore dell’Istituto di Neuropsichiatria e della Clinica Sleep and Alertness presso il Toronto Western Hospital, il cui nome è Colin Shapiro, dopo una serie di ricerche ha dato vita al termine sexsomnia.
In un’altra ricerca svolta a Torino, nel centro di medicina del sonno dell’Ospedale Molinette, è stato registrato per la prima volta un comportamento eroticamente attivo avvenuto durante il sonno, quindi facente parte di una parasonnia, su una donna di 61 anni.
Nel 2003 Colin Shapiro, direttore dell’Istituto di neuropsichiatria e della clinica Sleep and alertness al Toronto Western Hospital, ha coniato il termine sexsomnia, dando inizio a una vasta ricerca i cui risultati vennero pubblicati nella rivista New scientist e in seguito presentati a San Antonio, in Texas, allo Sleep 2010, un incontro annuale di medici e scienziati nel campo della medicina e della ricerca sul sonno.
Altro importante e recente studio si è tenuto all’ospedale Molinette di Torino nel Centro di medicina del sonno, in cui è avvenuta la prima registrazione di un evento parasonnico di tipo erotico-spontaneo in un soggetto di sesso femminile di 61 anni; questa alterazione del sonno è stata registrata, documentata e successivamente pubblicata nella rivista Sleep machine.
Altri studi, uno tra tutti svolto nel 2007 da C. Schenck, M. Mahowald e I. Arnulf hanno differenziato la manifestazione del disturbo non solo da persona a persona ma tra donne e uomini.
In questa ricerca, chiamata “Sleep and sex: what can go wrong?” è stata studiata la distinzione dal punto di vista espressivo, del disturbo tra i due sessi. È emerso che la donna manifesti i sintomi attraverso una stimolazione autoindotta e non etero indotta (verso sé e non verso il partner), mentre l’uomo tenderebbe maggiormente a stimolarsi sessualmente implicando il partner nell’azione.
Come si è potuto leggere, la sexsomnia è un disturbo diagnosticato recentemente e di conseguenza è caratterizzato da una carenza di letteratura, studi e ricerche dalle quali poter individuare le cause alla base dell’insorgenza, essendo ancora sotto analisi e quindi difficili da definire.
Ciò che si è potuto constatare è che spesso alcuni fattori personali e/o interpersonali possano indurre la persona a sviluppare la sintomatologia. Tra questi possiamo osservare:
Disagio di coppia dovuta alla sexsomnia
Le conseguenze della sexsomnia possono essere diverse e abbracciare ambiti sia personali che relazionali.
Una persona che soffre di sonnambulismo sessuale può avere conseguenze di tipo fisiologico e quindi aver difficoltà di attenzione, concentrazione e riposo date proprio dalla attività inconscia e stancante che ha durante la notte.
Allo stesso modo può avere difficoltà di tipo introspettivo poiché può sentirsi inadeguato nei confronti di un’azione involontaria che può essere vissuta dal proprio partner come disturbante.
Una possibile conseguenza riguardo questo può essere l’incremento del senso di colpa che egli può provare nei confronti del proprio partner che subisce l’atteggiamento sessualizzato senza che ci sia una reale intenzionalità e che potrebbe portare ad aver paura di perdere la persona amata.
Questo senso di colpa può provocare anche difficoltà dal punto di vista relazionale e compromettere l’equilibrio della coppia.
L’implicazione legale nasce nel momento in cui l’azione della persona ha a che fare con la sua capacità di intendere e volere. In questo caso, qualche anno fa, ci fu una denuncia per molestie sessuali domestiche espressa dalla moglie di un uomo che di notte molestava sessualmente la figlia.
Dopo diversi accertamenti e analisi attraverso video e registrazioni polisonnografiche svolte in casa durante la notte, emerse che l’uomo era incapace di intendere e volere durante l’atto sessuale che svolgeva e che, per di più era in uno stato particolare di sonnambulismo. Questa scoperta ha potuto scagionare l’uomo dall’accusa di molestie.
Per questo motivo, è necessario sottolineare che l’atto sessuale diventa un abuso nel momento in cui la persona che lo compie è capace di intendere e volere ed è quindi cosciente dell’azione che sta svolgendo.
Ragazzo che soffre di sonnambulismo sessuale
Il trattamento per la sexsomnia può riguardare una specifica terapia volta al miglioramento del ciclo sonno-veglia e alla riduzione delle azioni sessuali involontarie.
Per quanto concerne gli aspetti psicologici e quindi emotivi dell’individuo che sperimenta la condizione, può essere utile lavorare seguendo l’approccio più consono per i disturbi compulsivi, la terapia cognitivo comportamentale.
Attraverso la terapia cognitivo comportamentale, il terapeuta raccoglie le informazioni che definiscono l’insorgenza del sintomo, la modalità di manifestazione cercano di comprendere le possibili cause a soprattutto le conseguenze psicologiche alla base del disturbo.
Successivamente lo psicologo fornirà alla persona strumenti, compiti finalizzati a migliorare il proprio stato di salute psicologico e, insieme ad una possibile terapia farmacologica, a ridurre l’episodio di sonnambulismo e aumentare lo stato di benessere individuale e interpersonale dell’individuo.
Le ossessioni sessuali sono diventate un problema per la tua quotidianità? Stanno influenzando il normale scorrere delle tue giornate e intaccando la tua serenità e benessere?
Da anni tratto pazienti affetti da questo genere di DOC mediante le più innovative tecniche cognitive comportamentali presso il mio Studio di Psicologi Specializzati a Torino.