Cos’è la Disinhibition Effect: Definizione e Come Evitarla

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Cos’è la Disinhibition Effect: Definizione e Come Evitarla

Online Disinhibition Effect: Disinibizione Online e Anonimato

Con l’avanzamento tecnologico tendiamo a concedere sempre più spazio alla nostra presenza online, spesso preferendola al contatto fisico con persone a noi vicine. Se per molti internet rappresenta un mondo di grandi opportunità legate alla possibilità di essere connessi con chiunque, ovunque e quando vogliamo, per molti l’eccessiva presenza in questo mondo astratto, e la possibilità di agire in anonimato, ha portato all’insorgenza di diverse patologie come la Online Disinhibition Effect. In questo articolo vogliamo definire il concetto di Disinhibition Effect, definire i fattori che la alimentano e darvi dei consigli su come evitarla.

Ragazzo affetto da online disinhibition effect

Cos’è la Online Disinhibition Effect

Cosa si intende per disinhibition effect? Da quando internet è entrato a far parte delle nostre vite, è emersa una vasta costellazione di comportamenti legati al mezzo virtuale, alcuni dei quali legati a delle dipendenze da internet. In particolar modo, ci si è resi conto che spesso le persone tendono a comportarsi in modo differente quando sono online e quando sono offline. Ad esempio, per alcuni potrebbe essere molto difficile “flirtare” con qualcuno che non si conosce, ma questo diventa molto più semplice e si riesce più facilmente ad essere disinibiti se lo si fa attraverso un telefono tramite il sexting; oppure per certe persone sarebbe molto imbarazzante parlare di alcuni problemi di salute, persino con il proprio medico, ma l’imbarazzo non costituisce un ostacolo se le stesse informazioni vengono cercate su internet, magari anche in anonimato. Questa tendenza verso una maggiore disinibizione prende il nome di Online Disinhibition Effect (Joinson, 2007).

Disinhibition Effect: Definizione

Il Disinhibition Effect, o Online Disinhibition Effect, può essere definito come quel fenomeno per il quale si tende ad essere più espliciti, audaci e dunque disinibiti quando si parla con qualcuno, anche in anonimato, attraverso il mezzo virtuale. Da qui la traduzione in Italiano del termine “online disinhibition effect” in effetto di disinibizione online. Ciò può avvenire poiché le persone non sperimentano quella pressione sociale che potrebbe essere presente nei rapporti face-to-face.

Tipologie di Disinhibition Effect

Secondo i recenti studi è possibile individuare diversi tratti tipici della disinhibition effect, tali da poter rendere possibile una classificazione delle diverse tipologie di online disinhibition effect. Queste sono:

  • Benigna: questa tipologia di disinibizione online può assumere connotati estremamente positivi, in quanto può condurre ad un’apertura, a rivelare aspetti di sé, emozioni, paure, desideri, che altrimenti resterebbero celati. Dunque viene chiamata disinibizione benigna (Suler, 2004), perché è collegata ad un pattern di comportamenti prosociali. Ad esempio, una persona molto introversa potrebbe trovare online il modo di conoscere gente, di stringere amicizie e ciò rappresenta una grande opportunità per chi, in mancanza di relazioni reali, magari a causa di una fobia o ansia sociale o semplicemente per timidezza, non avrebbe altro modo per comunicare con l’altro, per parlare, confidarsi, rivelarsi. Infatti, diversi studi condotti sul tema, hanno riscontrato la presenza di un alto numero di interazioni positive mediate dallo strumento virtuale e molte di esse sono culminate con un vero e proprio “lieto fine”, con matrimoni, convivenze, relazioni (Parks & Floyd, 1996).
  • Tossica: la C.M.C., o Comunicazione Mediata dal Computer, è caratterizzata da alti livelli di self-disclosure (cioè di apertura e svelamento di sé), ma anche da anonimato e bassi contenuti socio-emotivi (Rice & Love, 1987), cosa che può portare a trasgredire le regole socialmente condivise. Anzitutto, è possibile fingere di essere chi non si è, coperti dal velo dell’anonimato; ci si sente legittimati a scagliare pensieri e parole violente verso gli altri, ma anche offese, minacce, messaggi di odio con maggiore disinibizione. Infatti, diversi studiosi tendono a concepire l’effetto di disinibizione online come il trigger di fenomeni sociali riprovevoli come il cyberbullismo, il flaming e il revenge porn, e in altri casi, ledere l’immagine corporea di ragazze aggredite sui social network con la possibile comparsa di DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) associati ai social media e ad un loro pessimo utilizzo.

Ragazzo anonimo e disinhibition effect

Fattori che Alimentano il Disinhibition Effect

I diversi studi condotti sull’online disinhibition effect hanno permesso di individuare alcuni fattori tipici del comportamento e della presenza online che possono aumentare la sensazione di disinibizione che un soggetto può provare e alimentare l’online disinhibition effect. Questi sono:

  • Anonimato: questo è uno dei fattori principali, che creano la disinibizione. Spesso l’anonimato prevede la “dissociazione” tra le azioni online e quelle che si metterebbero normalmente in atto nella vita reale. Ciò che viene detto virtualmente, infatti, non può essere sempre riconnesso alla vita della persona, soprattutto se la sua identità è celata dietro un nickname (Suler, 2004).
  • Asincronia: spesso i messaggi online non vengono letti immediatamente e questo comporta da un lato l’incertezza circa l’avvenuta lettura del messaggio, dall’altro il fatto che le emozioni e reazioni altrui possono non essere affrontate. Dunque l’esprimersi online costituirebbe l’equivalente virtuale di una fuga, soprattutto se il contenuto dei messaggi è di odio, violenza o minaccia (Suler, 2004).
  • De-umanizzazione dell’Altro: alla base di questo elemento vi è quello che potremmo definire un deficit “artificiale” di empatia, indotto esclusivamente da elementi contestuali. La stessa persona che offende, minaccia, giudica online, molto probabilmente non replicherebbe questo comportamento nella vita reale. Dunque, l’artificiosità della mancanza di empatia è legata al luogo virtuale. De-umanizzare l’altro vuol dire non riconoscergli la connotazione di essere umano dotato di sentimenti ed emozioni, e tale meccanismo è accentuato quando non si conosce di persona l’interlocutore, ma vi si interagisce solamente attraverso le storie pubblicate, post, foto e video. Si pensi soltanto a quanto sia dilagante il fenomeno degli haters.

Conseguenze della Disinhibition Effect

Tra le conseguenze della online disinhibition effect più facilmente immaginabili, vi è la presenza di comportamenti socialmente poco corretti, che vanno dall’insultare persone online, al far circolare messaggi infamanti, foto e video che ledono la sfera privata dell’altro e spesso la sua stessa dignità.
Una conseguenza secondaria di questo fenomeno di disinibizione è la desensibilizzazione al rispetto dell’altro, cosa che rende via via sempre più capaci di tollerare situazioni negative gravi come il cyberbullismo, il revenge porn o il body shaming e può acuire condizioni come il disturbo schizoide di personalità.

Luoghi Dove Avviene il Disinhibition Effect

Con l’avvento di Internet il concetto di spazio, ma anche di tempo, è stato totalmente rivoluzionato. Si può parlare infatti di cyberspazio, intendendo così delineare uno spazio extra-fisico nel quale, parallelamente alla vita offline e in anonimato, si svolge un’altra vita, con effetti altrettanto reali. Dunque, sarebbe difficile indicare in modo specifico i luoghi in cui l’online disinhibition effect si svolge, poiché bisognerebbe elencare ogni sito, piattaforma, blog, social media, in cui avvengono scambi interpersonali. Sicuramente, però, come testimonia anche la cronaca degli ultimi tempi, i social network potrebbero essere un luogo fertile in cui, non solo è possibile sviluppare una dipendenza da social media, ma si è anche maggiormente tendenti a essere disinibiti e dove si potrebbe essere esposti a questo rischio.

Ragazzo metrre conversa online con il suo cellulare

Cosa Fare per Evitare di Essere Colpiti dall’Online Disinhibition Effect

Secondo John Suler, psicologo americano esperto di Computer Mediated Communication e di cyberpsicologia, non tutti corriamo lo stesso rischio di essere colpiti dall’Online Disinhibition Effect. A giocare un ruolo fondamentale sarebbero infatti le differenze e le predisposizioni individuali, soprattutto riguardo la stessa tendenza ad aprirsi e svelarsi nel cyberspazio. Se una persona si porta addosso un pesante fardello di sentimenti ed emozioni represse, come una pentola pronta ad esplodere, sarà più vulnerabile a questa problematica. Ci sono poi una serie di circostanze che potrebbero contribuire ad innescare comportamenti disinibiti, come il prendere consapevolezza che vi siano altre persone ad adottare questo atteggiamento.
Per queste motivazioni è importante conoscersi e cercare di riflettere sui propri comportamenti, sia nella vita reale che online, e, laddove ci si rendesse conto che c’è una particolare propensione ad essere violenti, minacciosi, scontrosi con le altre persone, sarebbe opportuno fermarsi a pensare e parlarne con persone esperte, come uno psicologo, in grado di sospendere il giudizio su un comportamento che potrebbe essere avvertito come motivo di vergogna proprio per chi mette in atto comportamenti di disinibizione tossica.

Libri e Studi Accademici

 

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