Disturbo Ossessivo Compulsivo: Manie, Rituali e Tratti identificativi

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Disturbo Ossessivo Compulsivo: Manie, Rituali e Tratti identificativi

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo si manifesta attraverso un insieme di ossessioni con conseguenti compulsioni che la persona mette in atto per ridurre e controllare le ossessioni. Nello specifico, le ossessioni (spesso identificate come manie o fisse, in maniera impropria) sono pensieri pervasivi e disturbanti che minano la tranquillità dell’individuo e che provocano sensazioni di pericolo e sentimenti di inadeguatezza e vergogna nei confronti dell’ossessione stessa. La compulsione invece, è l’insieme di comportamenti e azioni messe in atto per moderare e controllare i pensieri intrusivi provocati dalle ossessioni e quindi la paura nei confronti di un possibile pericolo incombente.

Manie, Ossessioni e Compulsioni

Le ossessioni possono essere classificate in:

  • Pensieri intrusivi (ad esempio pensare di non aver spento le luci di casa);
  • Gli impulsi (ad esempio, la paura di mettere in atto comportamenti fuori legge e/o che vanno contro le regole sociali o situazionali);
  • Le immagini (ad esempio, pensieri blasfemi nei confronti di un membro della propria famiglia).

Le compulsioni invece, possono essere messe in atto attraverso:

  • Comportamenti (ad esempio, tornare più volte a casa per controllare se le luci siano effettivamente spente);
  • Azioni mentali (ad esempio accendere e spegnere la luce della stanza un numero definito di volte per paura che la casa possa esplodere e/o andare in fiamme).

Esiste però anche una categoria di ossessioni che non comporta alcuna compulsione: le ossessioni pure. Di questo abbiamo trattato in uno specifico articolo che ti invito a leggere.

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Rituali Ossessivi

I rituali ossessivi sono azioni messe in atto ripetutamente dalla persona per mediare l’ansia e l’angoscia provocata da ossessioni non controllabili e pervasive. Di conseguenza i rituali fanno parte delle compulsioni compiute dall’individuo conseguenti alle ossessioni subite.

Tutti gli uomini mettono in atto dei rituali quotidiani o meno che possono essere definiti con il termine abitudine. Per alcuni, un’abitudine può essere quella di bere una tisana prima di andare a dormire, lavare i denti dopo aver mangiato e così via. Quello che differenzia un’abitudine funzionale da un rituale disfunzionale è l’aspetto pervasivo del rituale stesso e l’incapacità dell’individuo di non metterlo in atto per paura delle conseguenze che può subire. Una persona che ha rituali pervasivi ad esempio, non può immaginare di dimenticarsi di lavare le mani ogni cinque minuti perché non farlo significherebbe poter incorrere in una malattia infettiva. Di conseguenza il rituale diventa un’azione da mettere in atto perfettamente, in modo ripetitivo, secondo un numero definito di volte, seguendo uno schema preciso e infallibile perché il fallimento o il cambiamento potrebbe comportare problemi e disagi per sé, per i propri cari o in generale in diverse situazioni. In questo modo, è inevitabile che l’individuo si senta costretto a rispettare i rituali ossessivamente con conseguenze psicologiche e fisiche negative per la propria salute e tranquillità. Ne consegue una continua messa in atto di compulsioni e rituali che non risolvono l’ansia e la paura nell’individuo ma sviluppano un circolo vizioso difficile da interrompere.

Rituali Ossessivi del DOC: i più comuni

I rituali ossessivi più comuni e osservabili in una persona che soffre di Disturbo Ossessivo Compulsivo possono essere classificati in:

  • Rituali numerabili: la persona ripete un numero definito di volte un gesto, un rituale e/o recitare una frase (esempio, accendere e spegnere la luce un numero definito di volte per evitare che la casa prenda fuoco);
  • Rituali razionali: comportamenti attuati in modo razionale e con ragionamenti logici per evitare situazioni pericolose (esempio, lavarsi le mani ogni 5 minuti per evitare che si manifesti una malattia infettiva);
  • Rituali a sensazione: azioni non eseguite secondo un numero definito di volte ma svolte al fine di sentirsi meno in ansia e quindi di controllarla attraverso le azioni (esempio, girare intorno al tavolo fino a che non si placa la sensazione di ansia);
  • Rituali magici: azioni e comportamenti legati ad aspetti religiosi o a credenze generiche e non dimostrabili che possono includere superstizione, pensieri magici nei propri e/o altrui confronti, …);
  • Rituali preventivi: azioni atte a prevenire conseguenze catastrofiche ed eccessive rispetto al reale pericolo (esempio, lavarsi più volte i capelli durante il giorno per evitare di avere i pidocchi, evitare di maneggiare oggetti contundenti per paura di fare del male a qualcuno);
  • Rituali propiziatori: comportamenti messi in atto per prevenire conseguenze sicure, secondo la logica dell’individuo, nel momento in cui non svolge un tipo di azione (esempio, percorrere la strada non calpestando le fessure tra i mattoni della strada perché altrimenti perderebbe l’equilibrio);
  • Rituali riparatori: al contrario del precedente, è un rituale messo in atto dopo un evento percepito come minaccioso dall’individuo per evitare le conseguenze dell’evento stesso (esempio, lavare accuratamente un capo d’abbigliamento dopo esser caduto a terra per paura di incorrere in malattie infettive);
  • Rituali preventivi-propiziatori: azioni messe in atto per prevenire eventi negativi e per produrre eventi successivi positivi (esempio, lavare i capelli prima di uscire e dopo esser tornato a casa).

Terapia cognitivo-comportamentale

Il trattamento più efficace ed accurato per affrontare i rituali del Disturbo Ossessivo Compulsivo è la terapia Cognitivo Comportamentale. La terapia adotta una serie di tecniche cognitivo comportamentali che sono orientate inizialmente sull’informazione, da parte del terapeuta nei confronti della persona, riguardo il disturbo, le cause e i sintomi che ne conseguono, in questo caso anche i rituali. Successivamente il terapeuta aiuterà la persona ad apprendere e gestire strategie che lo aiutino a controllare e ridurre le ossessioni date dal disturbo e, di conseguenza, a ridurre i rituali disfunzionali. L’obiettivo della terapia sarà quello di rendere autonoma la persona nell’utilizzo di strategie indicate dal terapeuta volte alla gestione ottimale dei pensieri intrusivi che invadono la vita della persona e alla riduzione dei rituali disfunzionali che compromettono la salute psico-fisica dell’individuo.

 

 

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