Cos’è il DOC
Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo caratterizzato dalla presenza, da parte dell’individuo, di ossessioni disturbanti e compulsioni conseguenti alle ossessioni. Le compulsioni vengono utilizzate per mediare il disagio procurato dalle ossessioni che possono essere di diversa natura.
Il DOC ha fatto parte fino a qualche anno fa dei Disturbi d’Ansia, all’interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali- DSM. Attualmente, nel DSM-5, è stato inserito in un capitolo dedicato ai Disturbi Ossessivo- Compulsivi.
Come si manifesta il DOC
L’esordio del DOC non ha distinzioni nette di sesso ed età. Colpisce principalmente tra il 2% e il 3% della popolazione e può essere osservato durante l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta.
Nello specifico, è utile prima di tutto riconoscere e capire cosa siano le ossessioni e le conseguenti compulsioni.
Le ossessioni sono immagini, pensieri, fantasie, impulsi che si presentano in modo disturbante e ripetuto nella mente dell’individuo che non riesce a controllarli. La perdita di controllo nei confronti delle ossessioni, rende queste intrusive e disturbanti, provocando emozioni sgradevoli come paura, disgusto, sensi di colpa, ansia, e quindi attivando nella persona l’urgenza di trovare una soluzione alle ossessioni intrusive.
La soluzione che la persona con DOC mette in atto non è altro che la compulsione: un rituale, un comportamento, un’azione ripetuta nel tempo e strutturata finalizzata a ridurre l’angoscia e le sensazioni sgradevoli delle ossessioni.
Per esempio, una persona che soffre di ossessioni per l’igiene e che quindi non riesce ad immaginare di poter stare più di un’ora senza aver utilizzato saponi e detergenti per lavare o lavarsi, metterà in atto la compulsione di lavarsi ogni 30 minuti le mani per poter mediare e ridurre quindi, l’ansia causata dalla paura di potersi infettare.
Le compulsioni sono quindi comportamenti ripetitivi, come ad esempio lavarsi le mani, controllare se il gas è spento, mettere ordine in casa, o anche azioni mentali, rituali come ad esempio pregare, contare, ripetere delle formule mentalmente o verbalmente, che l’individuo agisce con il fine di mediare e ridurre l’ansia e l’angoscia provocata dalle ossessioni. Le compulsioni riducono le sensazioni sgradevoli delle ossessioni ma per poco tempo e non in modo definitivo. Di conseguenza l’individuo metterà in atto nuove compulsioni per mediare e ridurre lo stato di angoscia attivando così un circolo vizioso di ansia e senso di colpa senza fine.
Cos’è l’insight nel DOC
Una delle conseguenze dei sintomi e delle manifestazioni correlate al DOC è il senso di colpa. Per poterlo spiegare è necessario comprendere che il Disturbo Ossessivo Compulsivo può avere tre modalità di manifestazione chiamate insight. L’insight è il grado di consapevolezza che l’individuo ha nei confronti dell’irragionevolezza del disturbo e della manifestazione di esso.
Il grado di insight si sviluppa in:
- Insight buono o sufficiente: ad esempio in questo caso l’individuo riconosce l’irrazionalità del suo pensiero ossessivo riguardo l’idea che se non dovesse accendere e spegnere la luce della stanza per 30 volte la casa andrebbe in fiamme. Questa consapevolezza però non è direttamente proporzionale alla sospensione delle ossessioni e delle compulsioni, che vengono messe in atto allo stesso modo ma con maggior consapevolezza e quindi maggior disagio.
- Insight scarso: in questa circostanza la persona pensa che probabilmente, non con certezza, la casa andrà in fiamme se non accende e spegne la luce per 30 volte.
- Insight assente/convinzioni deliranti: l’individuo è fermamente convinto che la casa andrà in fiamme se non accenderà e spegnerà la luce 30 volte.
L’insight può cambiare durante il corso della patologia, peggiorando e ridimensionandosi nel corso del tempo.
La relazione tra l’insight e il senso di colpa
Il senso di colpa che si manifesta nell’individuo con DOC può dipendere dal grado di insight che egli ha nei confronti della patologia. Intuitivamente, se l’individuo presenta un grado di insight sufficiente o buono, avrà maggior consapevolezza dell’irragionevolezza delle sue ossessioni e potrà sperimentare un livello di senso di colpa alto che abbraccia diverse sfaccettature, tra cui un senso di colpa nei confronti di se stesso e dell’incapacità a ridurre e ridimensionare il suo malessere, una sensazione di colpa nei confronti delle persone care che inevitabilmente si interfacceranno con le ossessioni e soprattutto le compulsioni disfunzionali e angoscianti della persona cara.
Il senso di colpa è una delle caratteristiche peculiari del DOC ad alto e scarso insight, poiché incrementa la sensazione di inadeguatezza delle ossessioni e dei pensieri intrusivi, incrementando quindi la sofferenza dell’individuo ma può essere utilizzato per agevolare l’aspetto terapeutico e quindi di cura dell’individuo, poiché appunto avendo un insight alto risulta più semplice aiutare la persona a comprendere l’irragionevolezza e il grado di delirio di pensiero e di azione che egli sperimenta e quindi risulterebbe più utile e semplice lavorare da un punto di vista terapeutico sulla riduzione delle ossessioni e delle conseguenti compulsioni messe in atto.
Poiché il grado di insight può variare nel corso della manifestazione del disturbo, sarebbe utile iniziare un percorso terapeutico non appena si riconosce la disfunzione delle ossessioni per appunto, prevenire o imparare a gestire la manifestazione sintomatica nel minor tempo possibile evitando che la patologia possa cronicizzarsi e peggiorare nel tempo.
Terapia Consigliata
La terapia che presenta un maggior indice di risultato positivo per il DOC è il trattamento Cognitivo Comportamentale.
La terapia è suddivisa in diversi processi ben organizzati e specificati al paziente: nelle prime sedute, il terapeuta raccoglie informazioni personali riguardo l’individuo, l’insorgenza del sintomo, la modalità di manifestazione, la durata, il grado di insight, e quindi di consapevolezza che l’individuo per poter strutturare al meglio l’intervento terapeutico.
Successivamente lo psicologo aiuta l’individuo a riconoscere la sintomatologia ed affrontarla nel corso della giornata attraverso la messa in atto di strategie diverse da quelle attuate fino a quel momento (le compulsioni) e più funzionali per la vita della persona. L’obiettivo finale sarà quello quindi di rendere autonomo il paziente nella gestione del sintomo e man mano, nella riduzione dello stesso al fine di migliorare la sua qualità di vita.
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Fonti e approfondimenti:
- (DSM 5- Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali; American Psychiatric Association; Cortina Editore; 2014)