Agorafobia: Sintomi, Conseguenze e Attacchi di Panico

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Agorafobia: Sintomi, Conseguenze e Attacchi di Panico

Agorafobia: La paura dei luoghi affollati, ma non solo!

Identificata come la paura di stare in luoghi affollati, con troppe persone, o all’aperto, l’agorafobia è uno dei principali disturbi d’ansia e spesso correlata alla manifestazione di attacchi di panico e ansia. I più comuni sintomi dell’agorafobia sono tachicardia, tremori, palpitazioni nausea in contesti come luoghi affollati e con tanta gente. Ma non solo.

L’agorafobia si manifesta nel momento in cui una persona che si trova in un luogo pubblico che ritiene dispersivo e grande in cui teme di non potersi allontanare o fuggire con facilità in caso di pericolo.

Questa paura eccessiva compromette la vita dell’individuo che si sente costretto ad evitare luoghi pubblici ed affollati per regolare lo stato di ansia che gli possono procurare.

I luoghi e le situazioni che procurano ansia e agitazione all’agorafobico possono essere:

  • Negozi, situazioni in cui sono presenti folle;
  • Viaggi (in treno, in autobus, in aereo);
  • Luoghi pubblici in cui possono esserci molte persone come ascensori, negozi, cinema, ristoranti, dove è assente un’uscita semplice da raggiungere;
  • Essere ovunque fuori dalla propria abitazione.

Definizione, significato ed etimologia

Il termine agorafobia deriva dal greco nel quale la parola “agorà” (ἀγορά) significa “piazza” ed è associato al vocabolo “fobia“, che significa paura. Per questo l’agorafobia identifica la forte paura dei luoghi all’aperto e affollati, come può essere appunto una piazza.

agorafobia paura luoghi affollati

Quando e come si manifesta il disturbo agorafobico?

L’agorafobia è un disturbo caratterizzato dalla paura eccessiva e disfunzionale che la persona prova nel momento in cui sperimenta situazioni sociali e non, nelle quali può avere difficoltà a fuggire o a chiedere e ricevere aiuto.

Le situazioni e i luoghi più comuni che destano disagio e provocano ansia alle persone che soffrono di agorafobia possono essere:

  • I luoghi aperti ed estesi;
  • I mezzi pubblici come autobus, aerei, treni, e così via;
  • I luoghi chiusi come ascensori, teatri, cinema, supermercati e/o negozi;
  • Imboccare strade grandi ed estese come le autostrade;
  • Restare soli in casa o anche fuori casa;
  • Allontanarsi dalla propria casa;
  • Stare in coda o ritrovarsi tra la folla e in luoghi affollati come concerti, spettacoli, manifestazioni;
  • Guidare l’automobile (in questo caso si potrebbe trattare persino di veri e propri attacchi di panico alla guida della propria automobile).

Di conseguenza, è evidente che l’agorafobia non riguarda esclusivamente la paura degli spazi aperti, come solitamente viene definita.

Agorafobia: sintomi

I sintomi dell’agorafobia sono spesso simili ai sintomi degli attacchi di panico. Quando infatti la persona che soffre di agorafobia si trova in uno dei luoghi elencati in precedenza, vive sensazioni di ansia e agitazione associati ad altri sintomi quali:

  • Sensazione di sentirsi smarriti;
  • Forte ansia;
  • Vertigini;
  • Mancanza di aria, difficoltà nel respirare, “fame d’aria”;
  • Percepirsi sospesi, come se non si avesse il pavimento sotto i piedi;
  • Sudorazione eccessiva;
  • Tremori;
  • Dolori all’addome, ai muscoli, dolori al torace;
  • Sensazione di nausea e/o vomito;
  • Palpitazioni e tachicardia;
  • Sensazione di impazzire o perdere il controllo;
  • Paura di morire.

Spesso, l’agorafobico può incorrere in una doppia diagnosi e presentare un disturbo da attacchi di panico con conseguenti sintomi simili a quelli elencati in precedenza.

Conseguenze dell’agorafobia

I sintomi dell’agorafobia elencati in precedenza provocano sensazioni di inadeguatezza e tensione nel momento in cui l’individuo si trova a dover affrontare una delle situazioni o dei luoghi che stimolano le manifestazioni fisiche e psicologiche negative. La paura che si possano manifestare i sintomi di ansia e tensione ha conseguenze sulla vita della persona poiché lo costringerà ad evitare i luoghi affollati e le situazioni “pericolose” per evitare l’insorgenza di un qualsiasi sintomo. Molte persone quindi, tendono a rimanere all’interno della propria casa che viene vista come unico luogo sicuro e conosciuto. Evitare le situazioni ed i luoghi può, però, intensificare la paura dell’individuo peggiorando il problema, arrivando ad influenzare ed invalidare la vita del soggetto.

Non tutte le persone che soffrono di agorafobia vivono sensazioni così invalidanti. Alcuni riescono ad affrontare la quotidianità in modo funzionale mettendo in atto le strategie che possano aiutarli ad evitare il manifestarsi dei sintomi (ad esempio, viaggiare in compagnia di un amico, un familiare per evitare gli stati di ansia). I livelli di gravità del disturbo possono variare quindi, da persona a persona.

lucchetto come metafora di agorafobia

Agorafobia e attacchi di panico

Spesso l’agorafobia è associata agli attacchi di panico. I sintomi infatti, dell’agorafobia sono molto simili a quelli che descrivono un attacco di panico. Un attacco di panico è una manifestazione di paura intensa di perdere il controllo e di morire accompagnata da sintomi come palpitazioni, sudorazione, tremori, aumento del battito cardiaco.

La conseguenza che sperimenta la persona con agorafobia è cercare di evitare il più possibile i luoghi e le situazioni che provocano la sintomatologia descritta. L’evitamento, chiamato “elusione del rischio” comporta quindi un isolamento sociale ed un condizionamento secondario nei confronti di altre persone o di luoghi precisi che possono aiutare la persona ad evitare di provare ansia e di sperimentare i sintomi disfunzionali. Ad esempio, l’individuo con agorafobia non uscirà di casa se non accompagnato da un amico o da una persona di fiducia che conosce i sintomi e la condizione di malessere che sperimenta e quindi che è pronto ad aiutarlo nel momento in cui dovesse manifestarsi. Questa azione condizionerà la vita della persona che non potrà uscire, svolgere attività in assenza della persona di fiducia.

Un altro comportamento messo in atto potrebbe essere ordinare la spesa da casa per evitare di uscire e di ritrovarsi in luoghi affollati come i supermercati.

Il condizionamento dato dai sintomi della propria vita e della quotidianità della persona con agorafobia è alto e di conseguenza è complessa e dolorosa la convivenza con questa condizione psico fisica.

Per questo motivo, l’agorafobia è di solito una conseguenza della insorgenza di attacchi di panico e si ha quando appunto, l’individuo evita luoghi o situazioni pubbliche per paura che si possa presentare un attacco di panico e che non ci sia modo di contenere e gestire i sintomi.

Agorafobia: trattamento consigliato

Il trattamento consigliato per la cura del disturbo di agorafobia è senza dubbio la Terapia Cognitivo-Comportamentale.

La terapia ha lo scopo di informare inizialmente la persona aiutandola a conoscere il disturbo e a prenderne coscienza. Successivamente il terapeuta attraverso tecniche specifiche, aiuterà la persona ad apprendere strategie funzionali ed adattive per gestire le situazioni che possono procurare ansia e sintomi del disturbo. La terapia non sarà, quindi, svolta con aiuti “esterni”, attraverso somministrazione di farmaci che placano lo stato di ansia e paura della persona. Attraverso la conoscenza della patologia, lo sviluppo delle abilità per fronteggiarla, la modifica di pensieri e comportamenti disadattivi rendendoli realistici e adattivi, la psicoterapia avrà come fine l’incremento dell’autonomia l’individuo nella gestione dei sintomi, sviluppando ed incrementando le sue risorse interne, la sua forza nell’affrontare i sintomi e di conseguenza migliorando la sua qualità di vita.

Le tecniche tipiche della terapia cognitivo comportamentale utilizzate per gestire e migliorare la condizione psico fisica di chi soffre di agorafobia sono tante. Tra queste, le più utilizzate possono essere:

  • L’ipnoterapia cognitivo comportamentale: questo approccio si basa sul legame tra le tecniche di neuroscienze e la terapia cognitivo comportamentale. La finalità è educare la persona a saper riconoscere e gestire le proprie reazioni fisiche in risposta allo stimolo negativo e di conseguenza gestire le reazioni problematiche associate alle emozioni disfunzionali vissute a causa dello stimolo negativo (un luogo aperto ed esteso, il traffico, un luogo chiuso e colmo di persone e così via).
  • La terapia metacognitiva: chiamata anche TMI. La TMI ha come scopo finale incrementare la conoscenza di sé, dei propri comportamenti, delle proprie idee ed emozioni al fine di saperli gestire in qualunque circostanza e in situazioni a forte impatto emotivo per chi soffre di agorafobia.
    Si sviluppa in due fasi:

    • Con la “formulazione condivisa del funzionamento”, in questa fase si ricostruisce insieme al paziente il funzionamento del suo pensiero nelle diverse situazioni di vita;
    • Con la “promozione del cambiamento” si ricostruisce, insieme al paziente, una nuova modalità di pensiero nei confronti della situazione problematica (esempio, la paura di prendere mezzi pubblici), promuovendo così aspetti positivi di sé e fornendo sicurezza e padronanza di sé, dei propri pensieri e delle proprie azioni in modo tale da saper gestire le emozioni disfunzionali e non lasciare che siano loro a “gestire” la quotidianità della persona.

Soffri di agorafobia?

Se ti sei rivisto leggendo i sintomi dell’agorafobia e degli attacchi di panico, non esitare a contattarmi. Presso il mio studio di psicologia a Torino possiamo discutere dei tuoi problemi e delle situazioni che ti creano ansia e preoccupazione.

 

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