Tricofagia o Sindrome di Raperonzolo: Disturbo del Mangiare i Capelli

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Tricofagia o Sindrome di Raperonzolo: Disturbo del Mangiare i Capelli

Tricofagia Compulsiva: Scopriamo Caratteristiche, Cause e Cura del Disturbo di Mangiarsi i Capelli

La tricofagia, dal greco trico ‘capello’ e fagia ‘mangiare’ è un disturbo compulsivo riferito alla mania di mettere in bocca i capelli ed ingerirli, spesso inconsciamente. Ascrivibile a diverse cause quali stress ed ansia, il mangiare i capelli può portare a danni estremamente gravi per la salute, dato che essendo lunghi e fatti di cheratina, una sostanza che non è processata dal corpo umano, tendono ad aggrovigliarsi nello stomaco e nell’intestino, formando una matassa chiamata tricobezoar che provoca perdita di appetito, dolori addominali, nausea, e che spesso necessita di essere rimossa chirurgicamente. Scopriamo le principali cause della tricofagia, la relazione con la tricotillomania ed il trattamento in psicologia per curare la sindrome di Raperonzolo.

Cos’è la Tricofagia? Cause e Diagnosi

La tricofagia, anche denominata sindrome di Raperonzolo, fa parte della macro categoria dei disturbi ossessivo compulsivi, e in genere viene associata alla tricotillomania, ovvero il disturbo di strapparsi i capelli, o a problematiche quali l’onicofagia. La tricofagia è un impulso inconsapevole che spinge l’individuo a mangiare i propri capelli ancora attaccati al cuoio capelluto, strappandoli appunto mentre li mastica. Talvolta può invece essere una conseguenza della tricotillomania, per cui l’individuo tricotillomane, una volta strappati i capelli, tende a giocarci e poi eventualmente mangiarli. Questi comportamenti sono spesso dovuti a cause quali stress e ansia, e talvolta possono essere ricondotti al Pica, disturbo di ingestione di sostanze anomale per sopperire ad una carenza di nutrienti.

La sindrome della tricofagia è stata evidenziata per la prima volta nel 1889 e discussa come un raro caso di tricotillomania, ma soltanto nel 1987 è stata riconosciuta come un disturbo vero e proprio. Viene denominata anche sindrome di Raperonzolo, o sindrome di Rapunzel, per via della caratteristica del sintomo dato dal disturbo che riprende appunto la storia e l’importanza data ai capelli nella fiaba di Raperonzolo dei fratelli Grimm.

 

tricofagia disturbo del mangiarsi i capelli

Sintomi della Tricofagia, Malattia del Mangiarsi i Capelli

I principali sintomi della Tricofagia possono essere diversi e possono, inevitabilmente, sfociare anche in problematiche organiche.

I capelli sono costituiti da cheratina, una sostanza che il nostro apparato digerente non può processare. Di conseguenza il risultato è che se ingeriti per un lungo lasso di tempo, i capelli possono bloccarsi nel tratto gastrointestinale costituendo una massa aggrovigliata, chiamata tricobezoario, che permane nel tempo e che procura inevitabilmente sintomi gravi e ripercussioni sulla funzione gastrointestinale.

I principali sintomi della tricofagia e la presenza di un bolo di capelli nello stomaco comportano:

  • Nausea e vomito;
  • Perdita di appetito;
  • Conseguente perdita di peso;
  • Difficoltà di assorbimento degli alimenti commestibili, dovuta al blocco formatosi dalla massa di capelli non assimilati;
  • Dolori addominali;
  • Gonfiore intestinale e dello stomaco.

A volte, i capelli possono bloccare la digestione degli alimenti in modo così invasivo da costringere la persona ad intervenire chirurgicamente. Negli Stati Uniti è stato riportato il caso di una donna di 38 anni alla quale sono state rimossi da stomaco ed intestino tenue due tricobezoar rispettivamente di 15×10 cm e 4×3, mentre in un caso esemplare, un bolo di 4.5 kg è stato rimosso dallo stomaco di una ragazza di 18 anni. In alcuni casi, la dimensione del tricobezoar, causata da un radicato problema di tricofagia non curato che porta all’accumulo di matasse di capelli dal volume importante, può portare ad irreversibili ripercussioni sulla salute come gravi ulcere gastriche, peritonite e perforazioni gastrointestinali.

Si è riscontrato che la tricofagia affligge specialmente le donne, dato che sono i soggetti che più canonicamente presentano capelli lunghi, i quali più facilmente si aggrovigliano nello stomaco. Addirittura, si registra che il 70% dei casi avvenga in ragazze al di sotto dei 20 anni, con casi di tricofagia osservati anche nei bambini nei quali spesso il disturbo di mangiarsi i capelli viene confuso con la tipica tendenza degli infanti a conoscere la realtà attraverso la bocca, azione che effettivamente può nascondere disturbi quali la Pica, una sindrome che porta, a causa di necessità insoddisfatte, ad ingerire sostanze anomale.

Tricofagia e le Differenze con Tricotillomania e Pica

La tricofagia, a differenza della tricotillomania, che si manifesta con lo strappamento dei capelli senza ingestione di essi, viene attuata in concomitanza con il mangiare i capelli. L’individuo mette in atto una vera e propria compulsione rituale caratterizzata dall’ingestione di capelli, principalmente lunghi e ancora legati al cuoio capelluto, che l’individuo porta alla bocca. La persona inizia a masticare i capelli fino a staccarli dal cuoio capelluto, o a spezzarli e ad ingerirli. Nella Tricotillomania, invece, la persona tende a strappare i capelli dal proprio cuoio capelluto non con la bocca ma con le mani, giocando con la ciocca selezionata. La modalità involontaria o volontaria invece, caratterizza entrambi i disturbi. Non è da escludere, ad ogni modo, che la tricofagia sia una conseguenza della tricotillomania, che porta al mangiare i capelli una volta strappati.

Un’altra differenza sostanziale si può osservare tra la Tricofagia e la Pica. La Pica è un Disturbo dell’Alimentazione, come ad esempio il binge eating disorder, e quindi non fa parte dei Disturbi Ossessivo Compulsivi, ma è caratterizzato dalla pulsione di ingerire, consapevolmente o inconsapevolmente, sostanze non commestibili come oggetti, sabbia, feci, sapone e anche peli. Questo disturbo è causato da una specifica carenza alla quale si vuole sopperire, come spesso avviene nel caso dei bambini, ma può essere generato anche da stress e ansia, proprio come la tricofagia. Nel caso della Pica, tuttavia, l’individuo non seleziona accuratamente l’oggetto da mangiare, come avviene nella Tricofagia dove la persona ingerisce soltanto i capelli, ma si orienta verso diversi elementi non commestibili.

stress e ansia causano tricofagia

Come Smettere di Mangiarsi i Capelli? Cura e Terapia per la Tricofagia

Il trattamento più indicato per la cura del disturbo da tricofagia è la terapia ad orientamento Cognitivo Comportamentale. Sebbene infatti il bolo di capelli già presente nello stomaco possa essere asportato tramite intervento chirurgico o, se la massa lo consente, sciolto attraverso sostanze chimiche, un percorso psicoterapeutico per la risoluzione del disturbo compulsivo è caldamente indicato, per sconfiggere il problema a monte e curare la compulsione di mangiare i capelli.

La terapia si costituisce con una prima fase di raccolta di informazioni riguardo il racconto sulla storia e l’esordio del sintomo, su come si manifesta e quando si sviluppa più frequentemente, su quali siano le conseguenze relazionali e personali al fine di comprendere con l’aiuto del terapeuta le possibili cause profonde. Successivamente, lo psicologo aiuta la persona ad imparare a gestire, attraverso strategie indicate dal professionista, il sintomo, aiutando quindi l’individuo a ridurre man mano la sintomatologia disfunzionale.

Il fine ultimo della terapia per la cura della tricofagia è quello di imparare a riconoscere, gestire e ridurre il sintomo  per quindi migliorare la vita personale, relazionale, lavorativa e sociale della persona che ne è affetta.

 

 

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Link Utili e Approfondimenti

  • Marilena Cremaschini; “Tricofagia o sindrome di Raperonzolo”; 2019
  • https://www.harmoniamentis.it/enciclopedia/pica-%C3%A8-un-disturbo-dellalimentazione/
  • Grant, J. E., & Odlaug, B. L. (2008). Clinical characteristics of trichotillomania with trichophagia. Comprehensive psychiatry49(6), 579-584.
  • Pul N, Pul M (1996). “The Rapunzel syndrome (trichobezoar) causing gastric perforation in a child: a case report”. Eur. J. Pediatr. 155 (1): 18–9.
  • Levy RM, Komanduri S (November 2007). “Images in clinical medicine. Trichobezoar”. N. Engl. J. Med. 357 (21): e23.

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