Cos’è la sindrome dell’abbandono e come riconoscerla
La paura dell’abbandono è una condizione psicologica caratterizzata dal forte timore di essere abbandonati da tutti e di rimanere da soli. Si manifesta come il timore, spesso ingiustificato, di essere lasciati dalla persona che si ama o con cui si condivide la quotidianità. Questo sentimento ha un forte impatto sulla vita relazionale e quotidiana delle persone. In questo articolo esploreremo cos’è la paura dell’abbandono, come si manifesta, le origini e le conseguenze che può avere sulla vita dei soggetti che ne sono affetti e verranno approfondite alcune strategie per affrontarla.

Cos’è la paura dell’abbandono?
La paura dell’abbandono consiste nel costante timore di rimanere da soli, lasciati a noi stessi, indifesi e senza qualcuno che ci accudisca o sia attento ai nostri bisogni. Essa si può tradurre nella persistente paura che la persona che amiamo o con cui dividiamo la nostra vita possa lasciarci rimanendo così privi di qualsiasi legame affettivo.
Chi sperimenta questa paura sviluppa un pensiero intrusivo così ossessivo da invadere molti momenti della giornata, tanto da intrudere anche di notte: frequenti sono le condizioni in cui la paura abbandonica conduce anche disturbi del sonno, con incubi notturni relativi all’abbandono. Il pensiero più profondo alla base della paura dell’abbandono è che si resterà per tutta la vita costantemente da soli.
Solitamente, la paura abbandonica può essere celata, soprattutto nelle fasi iniziali, da manifestazioni affettuose di ricerca di attenzione e premura, che lusingano il partner. Ma con il passare del tempo tali manifestazioni si esasperano, portando al risultato contrario da quello sperato, ovvero la lontananza del partner.
Come si chiama la paura dell’abbandono in psicologia?
In psicologia, la sindrome dell’abbandono non è un vero e proprio disturbo: si parla di sindrome per indicare una serie di sintomi e di comportamenti. Solitamente è correlata ad altri disturbi, quale il Disturbo Borderline Di Personalità che è caratterizzato da una paura intensa e irrazionale dell’abbandono, oltre a una serie di altri sintomi emotivi, comportamentali e relazionali. La paura dell’abbandono può essere anche correlata al Disturbo d’Ansia Da Separazione, caratterizzato da una paura persistente, intensa ed inappropriata rispetto all’età di sviluppo di una possibile separazione dalla figura di attaccamento: ciò comporta il mettere in atto strategie volte ad evitare la separazione oppure si manifesta, dal punto di vista comportamentale, come difficoltà a dormire quando si è lontani o con una forte ansia abbandonica rispetto all’allontanamento.
Paura dell’abbandono: sintomi
Nei bambini così come negli adulti la paura dell’abbandono si manifesta con la presenza di alcuni dei seguenti sintomi:
- Attacchi di panico;
- Ansia abbandonica, angoscia relativa al pensiero di essere separati dai propri cari;
- Tono dell’umore deflesso;
- Rifiuto di uscire di casa senza la persona significativa o di essere lasciato solo;
- Sintomi somatici, (quali disturbi gastrointestinali, mal di testa, ecc.) se separati dai propri cari.
Negli adulti, inoltre, la paura di separarsi dal proprio partner porta ad una serie di manifestazioni comportamentali. Molto comune è la costante ricerca di compiacere gli altri ed eccessiva generosità. Chi sperimenta la paura dell’abbandono, spesso, mostra grande insicurezza nelle relazioni intime e nelle amicizie, fino a sviluppare una sorta di dipendenza affettiva o ossessione amorosa. La continua ricerca dell’accettazione dell’altro può, altresì, portare al desiderio di avere il controllo sugli altri e sulla relazione. Infine atteggiamenti tipici della paura dell’abbandono sono l’incapacità di interrompere rapporti negativi o anche violenti e il passaggio da una relazione all’altra alla continua ricerca di conferme.
Perché abbiamo paura dell’abbandono? Cause
Le cause della paura dell’abbandono solitamente sono da ricercare nell’infanzia e sono strettamente connesse con i modelli di attaccamento, con conseguenze che si ripercuotono anche nell’età adulta. Tali pervasive preoccupazioni possono scaturire sia da una separazione, ma anche da un allontanamento emotivo. Anche eventi traumatici potrebbero trovarsi nell’eziologia di questo timore. Tra le cause della paura dell’abbandono troviamo:
- esperienze di abbandono fisico o emotivo;
- trascuratezza;
- ghosting;
- trasferimento;
- morte di un genitore nell’infanzia;
- tradimento;
- distacco emotivo di un genitore;
- abusi.
La paura dell’abbandono nei bambini
La sindrome dell’abbandono è una manifestazione ansiosa che inizia nell’infanzia, specialmente nei casi in cui un bambino sperimenta una perdita traumatica. I bambini che hanno vissuto questo genere di esperienze possono avere un timore irrazionale di perdere altre persone importanti nella loro vita. Il trauma vissuto in età evolutiva, in più, se non elaborato e superato, comporta sofferenza anche in età adulta.
È importante che in fasi precoci l’interazione bambino-madre sia soddisfacente: la madre “sufficientemente buona”, così come denominata da Winnicott, deve essere responsiva e sensibile alle richieste del bambino, che interiorizza così la sua presenza e vicinanza. Ricevere un’esperienza di cura da bambini e vivere in maniera serena la crescita e la separazione si rivela pertanto il cardine di uno sviluppo sereno e adattivo dal punto di vista relazionale. Ciò permettere ai bambini di maturare uno stile di attaccamento sicuro: la presenza costante della madre o della figura di riferimento permettere al bambino di esplorare in sicurezza l’ambiente circostante, sapendo di poter sempre tornare dalla “base sicura” in caso di pericolo.
Tuttavia, questo non avviene in caso di esperienze traumatiche quali la perdita di un genitore o la trascuratezza fisica e emotiva: in queste situazioni si sviluppa una paura dell’abbandono nel bambino. Uno studio di Forkey e colleghi (2017) evidenzia come l’assenza costante di cure e di presenza fisica ed emotiva abbia un forte impatto anche sullo sviluppo cerebrale, compromettendo le funzioni esecutive e interrompendo la risposta del corpo allo stress.
L’ansia da separazione, che raggiunge l’apice tra i 10 e i 18 mesi fino ai 3 anni, caratterizza lo sviluppo normale dei bambini. Fino a questa età i bambini non possiedono la costanza dell’oggetto, ovvero la capacità di comprendere che, anche se un oggetto o una persona non sono percepiti visivamente, continuano ad esistere e questo genera una naturale reazione di ansia e paura. Diventa però problematico quando i sintomi sono intensi o persistono anche dopo i 4 anni. Si manifesta solitamente nel bambino con:
- paura persistente di essere abbandonati;
- ansia intensa o panico quando il genitore non si presenta ad un appuntamento;
- attaccamento morboso;
- paura di essere da soli, soprattutto la notte;
- sintomi fisici senza reale malattia;
- bassa autostima;
- incubi frequenti;
- isolamento;
- tristezza persistente.
Nei casi più gravi si possono ritrovare anche disordini dell’alimentazione, aggressività fisica o verbale, autolesionismo.

Paura dell’abbandono: test
La paura dell’abbandono non è una malattia e come tale non può essere diagnosticata.
Non esistono quindi per la paura dell’abbandono test in grado di attestarla, tuttavia questa condizione porta con sé una costellazione di sintomi ansiosi che lo psicologo può riconoscere e diagnosticare secondo quelli che sono i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).
Potrebbe essere utile esplorare i modelli di attaccamento per cogliere alcuni indizi relativamente alla paura di essere rifiutati o di sperimentare l’abbandono. Uno strumento utilizzabile da psicologi che effettuano un preciso training e una specifica formazione è l’Adult Attachment Interview, una intervista semistrutturata che aiuta a comprendere l’influenza della storia di attaccamento sulle modalità di regolazione emotiva e rappresentazioni mentali.
Sindrome dell’abbandono: conseguenze
Anche se pone le radici in tenera età, se poco metabolizzata, la paura dell’abbandono può avere conseguenze a lungo termine:
- difficoltà relazionali;
- incapacità a fidarsi;
- difficoltà di gestione della rabbia;
- cambiamenti umorali;
- dipendenza affettiva;
- bassa autostima;
- disturbi d’ansia;
- attacchi di panico;
- disturbi depressivi.
Nelle persone vittime della sindrome abbandonica costanti sono pensieri intrusivi quali il rimuginio e la ruminazione: persistenti sono i pensieri irrazionali e irrealistici relativi al timore che il proprio partner possa abbandonarci o lasciarci da soli, generando senso di angoscia e ansia. Questi pensieri ripetitivi possono portare a sperimentare gelosia per un timore irrazionale del tradimento o dell’abbandono del partner, che può avere conseguenza non solo sul vissuto emotivo della persona, ma sulla relazione stessa, portando realmente alla separazione.
Sindrome dell’abbandono nelle relazioni e dipendenza affettiva
Una volta sperimentata la sindrome dell’abbandono, con molta probabilità questa si riaffaccerà nei vari contesti con conseguenze sui rapporti affettivi significativi. In particolare, la paura dell’abbandono può influenzare in modo importante le relazioni sentimentali.
La persona che presenta questo schema relazionale sviluppa, infatti, un comportamento dipendente, dal momento che si percepisce come incapace di prendersi cura di sé stessa, necessitando di qualcuno che si prenda cura di lei fornendo protezione e sostegno. Riproponendo tale atteggiamento in maniera reiterata, si innesca una forma di dipendenza affettiva nei confronti del partner che è legata a due bisogni fondamentali: quello di avere una guida, dal momento che non ci si percepisce in grado di farcela da sola, e quello di garantirsi la presenza di una fonte di gratificazione, sostegno e contenimento emotivo. La persona, nel caso di dipendenza affettiva, metterà in atto una serie di comportamenti per far in modo che la figura di riferimento non la abbandoni, come ad esempio:
- ricerca costante di approvazione;
- sottomissione;
- auto-sacrificio;
- standard elevati di prestazione.
A tutto questo si affiancano sentimenti di gelosia e mancanza di fiducia nei confronti del partner. E talvolta, la paura di essere abbandonati può diventare così forte da spingere la persona a lasciare il partner prima che lo faccia lui per evitare i sentimenti di ansia abbandonica.
Il contraltare di questa condizione psicologica è la controdipendenza affettiva: una volta superata la paura dell’abbandono e del rifiuto può accadere che si mettano in atto condotte di evitamento delle relazioni. Spesso chi ha vissuto in una dimensione di dipendenza affettiva reagisce, come forma di autotutela e di protezione, inizia a rifiutare di mettersi in gioco in nuove relazioni, evita gli incontri sociali e si convince di essere indipendente e di non aver bisogno di vicinanza emotiva.
Sindrome dell’abbandono e disturbo borderline di personalità
La paura abbandonica si può ritrovare, come accennato in precedenza, in vari disturbi. La paura dell’abbandono, tuttavia, è un sintomo centrale nel Disturbo Borderline di Personalità perché è alla base di molte delle difficoltà che le persone affette da questo disturbo vi è una incapacità nel gestire le emozioni. Questa paura abbandonica può portare, infatti, a reagire in maniera impulsiva o con comportamenti autolesionisti, a non essere in grado di controllare la propria rabbia, a perdere il proprio senso di identità.
Non vi è una causa unica riconducibile allo sviluppo di questa paura nel disturbo borderline. Si ritrova piuttosto una combinazione di fattori biologici, psicologici e sociali che aumentano il rischio di questo disturbo. Le evidenze scientifiche mostrano, infatti, che alla base di queste dinamiche vi siano sia fattori biologici, quali attivazione dell’amigdala, ma anche fattori psico-sociali, quali esperienze precoci di attaccamento insicuro o eventi traumatici o stressanti.
Paura dell’abbandono: come superarla?
Per superare la paura dell’abbandono è possibile procedere a piccoli passi.
Riconosciti come persona meritevole dell’amore dell’altro
L’abbandono infantile può far sviluppare nella persona sentimenti di colpa e di impossibilità a meritare l’amore degli altri. È importante che si riconosca quanto tutto questo non sia vero e si faccia pace con il proprio passato.
Bastarsi: impara a stare da solo
È difficile in un primo momento sviluppare questa capacità, ma risulta importante per conoscersi così da poter vivere una relazione sana dove si è liberi di essere sé stessi.
Trova persone con cui essere libero di essere se stessi
Conoscere e stare con persone che lascino il proprio tempo per essere chi si è aiuta ad esprimere la propria interiorità per vivere in serenità la relazione di coppia.
Stop: non inseguire più chi non è disponibile e scappa
Individuare le persone non vogliono stare in coppia e rifulgono le relazioni è molto utile. Ostinarsi nel cercare la loro approvazione può portare solo a sperimentare sentimenti di angoscia. Pertanto, è importante lasciarle andare senza rimpianti o paranoie.
Accetta le tue paure
Riconoscere le proprie paure aiuta al processo di esplorazione ed elaborazione, in modo scoprire da dove queste paure nascono al fine della risoluzione del trauma alla base.
Rivolgiti ad un professionista
Qualora la sindrome dell’abbandono diventi pervasiva e impatti sulla qualità di vita della persona diventa importante rivolgersi ad un professionista che aiuti nel fronteggiamento del vissuto emotivo. Già essere in una relazione sana, seppur terapeutica, è un modo per i pazienti di sperimentare vicinanza e scambi comunicativi di qualità che possono essere interiorizzati e portati anche nei rapporti con gli altri.
Trattamento psicologico per la paura dell’abbandono
Per affrontare la paura dell’abbandono la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) risulta un approccio terapeutico particolarmente efficace. Tale orientamento psicoterapico mira a modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali fino a condurre i pazienti ad un benessere psicologico, prima perduto.
In particolare, per la paura abbandonica la TCC può utilizzare alcune strategie specifiche quali la ristrutturazione cognitiva, l’esposizione e il miglioramento delle abilità sociali. La ristrutturazione cognitiva mira alla modifica dei pensieri negativi e irrazionali che contribuiscono al mantenimento della paura dell’abbandono. Con la tecnica dell’esposizione, invece, è possibile affrontare gradualmente e in modo controllato le situazioni temute o evitate a causa della paura dell’abbandono. Infine, dal momento che la paura dell’abbandono mina le capacità di comunicazione e di interazione sociale della persona, il terapeuta può puntare ad un miglioramento delle abilità sociali.
L’obiettivo comune a tutte le tecniche psicoterapiche è sicuramente quello di portare chi soffre di sindrome abbandonica a liberarsi di ansia e paura e a vivere le relazioni con serenità ed equilibrio.
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